Numerose lettere, si parla di migliaia, di una duplice e differente tipologia sono state spedite o in fase di spedizione dal Fisco a migliaia di cittadini e contribuenti italiani.

Nella prima comunicazione si segnala l’omissione, in tutto o in parte, di dichiarare l’effettivo volume d’affari conseguito. Se il contribuente ritiene corretta la comunicazione del Fisco, può avvalersi del ravvedimento, altrimenti può chiedere ulteriori chiarimenti. La comunicazione contiene codice fiscale, denominazione, cognome e nome del contribuente; numero identificativo della comunicazione e anno d’imposta; codice atto; totale delle operazioni comunicate dai clienti soggetti passivi Iva e di quelle effettuate nei confronti di consumatori finali, comunicate dal contribuente stesso con lo spesometro; modalità attraverso le quali consultare gli elementi informativi di dettaglio relativi all’anomalia riscontrata.

Il ravvedimento è comunque vietato in caso di notifica di un atto di liquidazione, di irrogazione delle sanzioni, di accertamento o di ricevimento di avvisi bonari a seguito di controllo automatizzato o formale delle dichiarazioni presentate.

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