Attenzione: guidare con il cellulare all’orecchio o, peggio, inviare sms o un messaggio WhatsApp mentre si è impegnati al volante potrebbe costare davvero caro, a cominciare dal ritiro immediato della patente. In Commissione Trasporti della Camera arriva, infatti, la proposta della polizia stradale: scatta subito il ritiro della patente per chi usa il cellulare mentre guida. Santo Puccia, primo dirigente della Polizia stradale, spiega: «La distrazione è la prima causa degli incidenti stradali». E indovinate un po’, smartphone e altri dispositivi ne sono i primi responsabili. Puccia in audizione, ha poi specificato: «È necessaria una modifica normativa che consenta il ritiro della patente alla prima violazione».
Oggi questo accade soltanto in caso di recidiva: «Ciò si è mostrato poco efficace in termini di deterrenza» precisa il capo della Polstrada. «Una proposta in linea con la nostra posizione» sottolineano poi Diego De Lorenzis ed Emanuele Scagliusi, rispettivamente vicepresidente e capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Trasporti alla Camera. Ma il tema non è nuovo. Se ne parla già da due anni e nulla, nel frattempo, si è mosso. Lo dice Girolamo Lacquaniti, portavoce dell’Anfp, l’Associazione nazionale funzionari di polizia. «È dal luglio del 2017 che avevamo richiamato la necessità di rivedere le sanzioni, prevedendo la sospensione della patente sin dalla prima infrazione».
Alle promesse non erano seguiti poi i fatti. I numeri, infine, sono sconfortanti. Soltanto lo 0,36% delle multe sono sottoscritte, infatti, a causa dell’utilizzo del cellulare mentre si guida. Un dato che viene sottolineato dall’Unione Nazionale Consumatori. «È assolutamente inutile innalzare la sanzione per chi usa lo smartphone da 161 a 422 euro se poi non si è mai multati», sottolinea il presidente dell’associazione, Massimiliano Dona. Ora potrebbe arrivare una vera e propria stretta. C’è poi un altro tema che riguarda sempre le sanzioni destinate agli automobilisti che violano il Codice. Riguarda una norma sull’omicidio stradale.
La Corte Costituzionale ha confermato il quadro sanzionatorio già previsto dalla legge del 2016, quella relativa all’omicidio stradale, ma poi è intervenuta sulla norma che prevede la revoca della patente. Come? Confermando pene più severe per l’omicidio stradale, ma la revoca automatica della patente solo in caso di guida in stato di ebbrezza o sotto gli effetti di droga.