Anche la 13esima edizione del Festival dell’Economia di Trento, dal 31 maggio al 3 giugno, mettendo al centro la delicata questione del lavoro che cambia nell’era dei robot ovvero l’impatto del progresso tecnologico sulla distribuzione del reddito e la disuguaglianza sociale. Senza dimenticare il ruolo del sindacato in un mercato del lavoro in continua evoluzione. Quattro giorni dedicati a Lavoro e tecnologia con dibattiti e approfondimenti guardando anche all’Europa. Si parlerà anche del ruolo del sindacato di fronte alle nuove tecnologie, senza dimenticare la proposta di Bill Gates: la tassazione del lavoro dei robot. Altri invece auspicano la partecipazione delle maestranze agli utili delle imprese.
Gli appuntamenti più interessanti
Il Festival si aprirà nel pomeriggio di giovedì 31 maggio, con la conferenza di Richard Freeman dell’Università di Harvard, dal titolo “robot mania” che insieme a Tito Boeri avvierà il ragionamento sul tema “Tecnologia e lavoro”, partendo da una domanda provocatoria: “Cosa ci resterà da fare quando saranno le macchine a lavorare e guadagnare?”.
Venerdì 1 giugno Joel Mokyr della Northwestern University affronterà il tema del rapporto fra la stagnazione economica ed il progresso tecnologico, mentre Barry Eichengreen dell’Università Berkeley della California indagherà i rapporti fra populismo e insicurezza economica. Il fisico Roberto Cingolani, direttore dell’Istituto italiano di Tecnologia, proporrà invece l’intervista a un robot. Nel pomeriggio, lo scrittore Evgeny Morozov analizzerà la guerra fra le imprese americane e quelle cinesi per lo sfruttamento delle nuove tecnologie. Sempre venerdì, appuntamento anche con Alan Kruger della Princeton University, che interverrà sui cambiamenti che le tecnologie hanno apportato sul nostro modo di lavorare e la sera con il primo vicepresidente della Commissione europea Franciscus Timmermans.
Sabato 2 giugno, Philip McCann dell’Università di Sheffield affronterà gli impatti sui territori dei cambiamenti tecnologici. Imran Rasul dell’University College di Londra parlerà invece di giustizia e discriminazione etnica. Poi sarà la volta di Federico Rampini che terrà una conferenza sull’America di Trump, dalla Silicon Valley alla Rust Belt. Il filosofo Remo Bodei rifletterà su cosa succede alla coscienza degli individui quando facoltà umane essenziali come l’intelligenza e la decisione si trasferiscono alle macchine. Mauro Calise, Andrea Gavosto e Gino Roncaglia si confronteranno su come la tecnologia stia cambiando la didattica a scuola e all’università. La giornata sarà conclusa da Diego Piacentini, che è stato membro dell’executive team di Amazon, che interverrà sulla digitalizzazione della pubblica amministrazione italiana.
Domenica 3 giugno, Riccardo Zecchina, già professore di fisica statistica al Politecnico di Torino e alla Bocconi, affronterà il tema dei Big Data, poi sarà la volta dell’economista Luigi Zingales che parlerà di tecnologia finanziaria. Maurizio Ferraris si soffermerà invece sull’epoca della mobilitazione totale quella in cui web e smartphone annullano la distinzione tra il tempo libero e quello dedicato al lavoro. Chiuderà il professor Michael Spence del Fung Global Institute di Hong Kong, che insieme a Tito Boeri cercherà di tirare le fila del lungo dibattito che caratterizzerà il Festival.