Twitter ha rivelato che indirizzi email e numeri di telefono caricati dagli utenti per soddisfare i suoi requisiti di sicurezza potrebbero essere stati inavvertitamente utilizzati a fini pubblicitari. In ogni caso il sito di microblogging ci ha tenuto a far sapere che il problema è stato risolto. Come argomentato di recente hanno scoperto che gli utenti che hanno fornito un indirizzo email o un numero di telefono per motivi di sicurezza (ad esempio l’autenticazione a due fattori), hanno inavvertitamente esposto i dati per un utilizzo a scopi pubblicitari.

Si tratta di errore rispetto a cui ha espresso scuse pubbliche. Twitter non ha rivelato quante persone ne sono state colpite.

Twitter, gestione dei dati personali

Nessun dato personale è stato comunque condiviso esternamente con i partner o altre terze parti. A ogni modo non si tratta di una novità assoluta poiché le società di social media, inclusi Twitter e Facebook, affrontano da tempo la questione della privacy ovvero di come le loro piattaforme gestiscono i dati degli utenti. Profili verificati per tutti, anche sulla piattaforma social che non sta vivendo la sua epoca d’oro, ma continua a essere utilizzata soprattutto da politici e personaggi dello spettacolo.

Sembra uno slogan elettorale e in qualche modo potrebbe far parte di una campagna di Twitter per rifarsi una reputazione.

La piattaforma sta pensando di estendere a più utenti il sistema della verifica, quel bollino che indica l’autenticità di un profilo solitamente attribuito a personaggi pubblici, e nel frattempo cancella migliaia di account che violano le regole del social network sullo spam. Dopo i vip l’attribuzione dei profili verificati, una sorta di bollino di garanzia, si è nel tempo espansa a personaggi pubblici, media e istituzioni diventando quasi uno status symbol.

Nel frattempo Twitter ha sospeso anche migliaia di profili popolari accusati sia di rubare cinguettii di altri senza citarli sia di fare tweetdecking, cioè di retwittare a pagamento i post in modo da farli diventare virali.

Questa pratica, in cui i gruppi in possesso di account con tantissimi follower mettono in vendita la loro potenza di fuoco sul social, violano le politiche di Twitter sullo spam. Già in passato è caduta la prima scure del social network sui profili falsi: ha messo una stretta alla propaganda spam e a quegli account che twittano in automatico, gestiti da un software e non da persone in carne e ossa. In gergo si chiamano bot e secondo una recente analisi dell’Università dell’Indiana sono circa 48 milioni sulla piattaforma. Nonostante diverse contromisure, il fenomeno delle notizie bufala sembra inarrestabile.

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