Nuovo passo avanti per la riforma sul copyright. La commissione europarlamentare affari legali ha approvato con 16 voti favorevoli e 9 contrari la riforma del diritto d’autore. L’accordo prevede che i diritti e gli obblighi derivati dal copyright si applichino anche a Internet. La condivisione di frammenti di articoli non sarà soggetta al diritto d’autore, a condizione che il testo sia molto breve. Gli autori e gli artisti potranno chiedere al distributore una remunerazione aggiuntiva per i loro diritti. Dopo l’ok della commissione, il testo passerà alla plenaria di fine marzo.
Stando alle regole immaginate, i colossi di Internet come Facebook, YouTube o Google dovranno remunerare i contenuti prodotti da artisti e giornalisti, diventando responsabili per le violazioni sul diritto d’autore dei contenuti da loro ospitati. Sono escluse le piccole piattaforme. Si potranno condividere senza restrizioni i link accompagnati da singole parole, non i cosiddetti snippet (un breve testo di presentazione di un articolo con titolo e foto), che saranno coperti da copyright: per il loro uso, le piattaforme come Google News dovranno quindi pagare i diritti agli editori. Non ci saranno filtri sui contenuti come film o canzoni ma una cooperazione tra piattaforme e detentori dei diritti d’autore, concepita in modo da evitare che colpisca anche le opere che non violano il copyright.
Di più: i grandi siti web dovranno quindi organizzare meccanismi veloci di reclamo, curati da persone e non da algoritmi, per presentare ricorso contro un’ingiusta eliminazione di un contenuto. Sono le novità della riforma del copyright in Rete, votata dal Parlamento europeo con 438 voti a favore, 226 contrari e 39 astenuti. La riforma non tocca link non commerciali, enciclopedie online come Wikipedia né il caricamento di contenuti su piattaforme per la condivisione di software open source, come GitHub. Anche i meme o le parodie sono fuori da questa direttiva. In sintesi, remunerazione da parte di grandi piattaforme di contenuti prodotti da artisti e giornalisti; responsabilità per violazioni sul diritto d’autore dei contenuti da loro ospitati.
E poi: micropiattaforme escluse dal campo di applicazione della direttiva così come Wikipedia, piattaforme per la condivisione di software open source, meme e parodie; si potranno condividere liberamente link se accompagnati da singole parole; snippet sono coperti da copyright e soggetti a pagamento diritti; giornalisti avranno una quota della remunerazione ottenuta dal loro editore; remunerazione supplementare per gli artisti se il compenso corrisposto in origine è considerato sproporzionatamente basso rispetto ai benefici che ne derivano.