Diversi procuratori statali degli Stati Uniti indagheranno su Facebook ovvero se il social network ha soffocato la concorrenza e messo a rischio la privacy degli utenti. Le società tecnologiche stanno affrontando una reazione negli Stati Uniti e in tutto il mondo, alimentata dalle preoccupazioni di concorrenti, legislatori e associazioni di consumatori sul potere accumulato e sui rischi per gli utenti e le aziende concorrenti.
I procuratori generali che indagano sulla società includono anche quelli del Colorado, della Florida, dello Iowa, del Nebraska, della Carolina del Nord, dell’Ohio, del Tennessee e del Distretto di Columbia. Di più: il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha anche chiesto un esame più attento delle società di social media e di Google, accusandole di sopprimere le voci conservatrici online.
Nuove indagini su Facebook
A luglio, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha dichiarato di aver avviato un’ampia indagine sulle principali società di tecnologia digitale, concentrandosi sul fatto che si impegnino in pratiche anticoncorrenziali. L’inchiesta dovrebbe riguardare Google, Amazon e Facebook e forse anche Apple. Separatamente, la Federal Trade Commission, che applica anche le leggi antitrust, sta anche indagando su Amazon e Facebook per determinare se hanno rispettivamente abusato del loro enorme potere di mercato al dettaglio e sui social media.
Intanto Facebook ha già subito un duro colpo. Ma al di là dell’ingente impatto economico, le preoccupazioni sono indirizzate sulla perdita di immagine della società statunitense. La vicenda per cui la Federal Trade Commission ha annunciato un accordo è nota da tempo e riguarda lo scandalo Cambridge Analytica che nel 2018 ha travolto la compagnia. La multa da 5 miliardi di dollari proietta Facebook al centro dell’attenzione mediatica, anche perché si tratta del più grande importo mai imposto dalla FTC a un’azienda tecnologica.
I motivi alla base si questa stangata vanno ricercati nella presunta violazione delle norme sulla privacy dei dati sugli utenti, una materia da trattare con estrema cautela. Da allora la società di Menlo Park ha compiuto molti passi in avanti, migliorando il sistema del trattamento dei dati degli iscritti e adottando maggiori precauzioni, ma il progresso pesa come un macigno. Federal Trade Commission ha iniziato a indagare su Facebook nel marzo 2018 in seguito alle segnalazioni sul comportamento della società di consulenza politica Cambridge Analytica che avrebbe consultato i dati di 87 milioni di utenti di Facebook.