L’impegno nel biotech e in particolar modo nel red biotech, ovvero quell’ambito dedicato allo sviluppo di applicazioni terapeutiche avanzate per la cura di malattie gravi, è una sfida stimolante che, nel nostro Paese, si inserisce in un contesto contraddittorio e frenante: l’ottimo livello qualitativo della ricerca Made in Italy (siamo ai premi posti in Europa in termini di pubblicazioni scientifiche in campo medico) fatica a tutt’oggi a reperire in casa i fondi necessari per crescere, progredire se non addirittura sopravvivere. E i cervelli scappano oltre confine. Un paio di esempi, ma significativi: Oggi lavorano all’estero 7 degli 11 ricercatori italiani premiati nel 2018 dall’American Society for Clinical Oncology.

Quali investimenti nel settore delle biotecnologie

Nel bando 2018 del Consiglio europeo della ricerca l’Italia si è posizionata al secondo posto per numero di finanziamenti ottenuti. È però prima nella classifica che evidenzia il numero di ricercatori che lasciano il proprio Paese. «La ricerca e l’innovazione sono leve imprescindibili per lo sviluppo delle Life Sciences. Alimentarle e sostenerle significa dare una risposta importante alle grandi problematicità legate alla salute dell’Uomo. Va da sé che il successo di un progetto scientifico è direttamente correlato non solo all’ammontare delle risorse finanziarie a disposizione ma anche, e non da meno, a una loro corretta gestione.

Capitali e consulenze strategico-gestionali mirate, questo è quanto mettiamo a disposizione per trasformare una scoperta di laboratorio potenzialmente vincente in un progetto concreto e operativo, con valenza industriale», afferma Gabriella Camboni, ad di BiovelocITA. In Italia, come ovunque, il settore pubblico supporta la ricerca garantendo fondi (più o meno frammentari) spesso a copertura delle fasi più sperimentali e quindi più rischiose dal punto di vista dei possibili ritorni economici. D’altro canto, il privato tende a considerare quasi un azzardo investire capitali in progetti dai processi di crescita lunghi e incerti quali spesso sono quelli inerenti alle Life Sciences.

A oggi la quota di investimenti in Private Equity e Venture Capital in Italia per il settore delle biotecnologie è pari a circa 450 milioni di euro. Siamo ben al di sotto dei valori di Francia (2.272 milioni di euro) e Germania (1.819 milioni di euro).

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