Per qualcuno Facebook dice di voler mettere in contatto le persone, ma in realtà sarebbe la più grande azienda di sorveglianza del mondo che vende i nostri dati agli inserzionisti pubblicitari ovvero i suoi clienti. Che l’advertisting sia un segmento di business per il sito blu non c’è dubbio e la stretta attualità passa dalle nuove regole per tutelare i propri inserzionisti, preoccupati che i loro spazi pubblicitari finiscano vicino a contenuti violenti, espliciti o controversi politicamente. Il social network applicherà nuove linee guida per chi crea e pubblica le inserzioni, con regole più stringenti su video e articoli che possono essere monetizzati tramite gli instant article che compaiono sulle pagine degli utenti. La decisione arriva dopo che alcuni marchi, come Coca-Cola, Johnson & Johnson e Volkswagen, hanno abbandonato YouTube, di proprietà di Google, perché i loro messaggi pubblicitari sono stati abbinati a video estremisti o a vario titolo dispregiativi.
E intanto sfida Netflix e Amazon sullo streaming con Facebook Watch
Facebook con i suoi due miliardi di potenziali spettatori lancia Watch, servizio che offrirà in via sperimentale a una porzione di pubblico degli Stati Uniti contenuti originali prodotti da società partner come National Geographic e Major League Baseball. Facebook Watch è una sezione per accedere ai video da cui partiranno show ed eventi sportivi e che farà da trampolino a produzioni originali. I primi contenuti proposti sono filmati a episodi, in diretta o registrati, su temi specifici. Per ora spaziano dalla cucina allo sport, con partite in diretta della Major League di Baseball. Watchlist, guida TV del social, segnalerà i contenuti più discussi, i più divertenti in base alle reazioni degli utenti, quelli che gli amici stanno guardando.
«Guardare uno show non deve essere passivo – afferma Mark Zuckerberg – può essere l’occasione per condividere un’esperienza e unire persone che tengono alle stesse cose». La mossa di Facebook è l’ultimo esempio di come video e streaming siano diventati fonte di guadagno. Amazon e Netflix, con la produzione di contenuti originali, hanno tolto spazi a TV e cinema e all’ultima edizione degli Oscar hanno incassato anche riconoscimenti. Disney intanto ha scaricato Netflix per offrire ai consumatori i suoi prodotti con due servizi in streaming e sul mercato c’è anche YouTubeTV, servizio di Google che dà accesso a 40 canali in abbonamento ed è partito in cinque città degli Stati Uniti.
Di recente Twitter ha stretto accordi con realtà editoriali per trasmettere in diretta di contenuti di vario tipo 24 ore al giorno. Snapchat ha debuttato nella produzione di una serie TV e in pillole di informazione. Tutte strategie pensate soprattutto per i giovanissimi che si sintonizzano su smartphone e tablet e per agganciare il mercato della pubblicità TV e aumentare i guadagni. Gli analisti di Emarketer calcolano che Facebook quest’anno porterà a casa il 20 per cento di investimenti in pubblicità digitale negli Stati Uniti. Il 41 per cento è di Google.