Microsoft entra nel cosiddetto club del trilione, diventando la terza società americana ad aver superato i mille miliardi di dollari di valore di mercato. Microsoft raggiunge così Apple e Amazon. Il titolo del colosso di Redmond, fondato da Bill Gates e Paul Allen, ieri ha aperto la giornata di contrattazioni a Wall Street con un balzo di oltre il 5%, toccando i 130,51 dollari e superando per la prima volta la soglia del trilione.
Il valore delle azioni di Microsoft è cresciuto del 41% negli ultimi 12 mesi. A spingere nell’Olimpo, gli ottimi risultati del primo trimestre del 2019, ottenuti grazie al rimbalzo delle vendite del sistema operativo Windows.
Ma Jeff Bezos di Amazon è l’uomo più ricco del mondo
Sul fronte ricchezza, per Forbes Jeff Bezos resta davanti a Bill Gates e Warren Buffett. L’amministratore delegato di Amazon, prima del divorzio, svetta con un patrimonio di 131 miliardi di dollari, 19 in più del 2018. E le prospettive, almeno nelle intenzioni, sono di crescita. Dopo 20 anni di vendite online, Amazon scende nelle strade, quelle in cui aprirà decine di supermercati nelle maggiori città americane. Il primo negozio di prodotti alimentari verrà inaugurato a Los Angeles entro il 2019.
Ma trattative sono in corso anche a San Francisco, Seattle, Chicago, Washington e Philadelphia. La nuova catena di Amazon sarebbe distinta da Whole Foods Market, che il gruppo guidato da Jeff Bezos ha acquisito.
Arretra il numero di uno di Facebook: Mark Zuckerberg scende dal quinto all’ottavo posto. Il sito blu deve fare i conti con grane continue. L’ultimo caso? Tutti i Paesi dell’Unione europea e poi Canada, Stati Uniti, Argentina e Brasile. Facebook finiscono di nuovo nell’occhio del ciclone per aver approcciato politici del mondo promettendo loro investimenti e incentivi. Lo scopo? Fare pressione a sostegno delle sue posizioni contro le leggi sulla privacy dei dati.
Lo rivela il domenicale britannico The Observer, che in collaborazione con il magazine digitale Computer Weekly riferisce di aver visionato una serie di documenti che rivelerebbero l’operazione segreta di lobbying rivolta a centinaia di deputati e membri di enti in vari Paesi in ogni angolo del mondo.
I documenti pare arrivino da un caso finito nelle aule di tribunale in California e provano come la numero due del social network di maggior successo al mondo, Sheryl Sandberg, considerasse la legislazione sulla protezione dei dati degli utenti in Europa una minaccia critica per l’azienda. Quel che emerge dal materiale è anche una grande relazione con il primo ministro irlandese Enda Kenny, che viene descritta come una tra le tante amiche di Facebook.
Una relazione impropria considerato che l’Irlanda è il Paese che svolge un ruolo centrale nella regolamentazione delle società che operano in campo tecnologico in Europa: il commissario irlandese incaricato per la protezione dei dati agisce infatti per tutti e 28 gli Stati membri.