Nuove aperture di negozi per Euronics, la catena di vendita di prodotti di elettronica di consumo con sede centrale in Olanda, presenza in diversi Paesi e una filiale italiana partecipata da 9 soci che sono anche proprietari di negozi. Una realtà di primo piano con 400 punti vendita, circa 5.000 dipendenti e 2 miliardi di fatturato che sta cercando, in un mercato piuttosto piatto, una nuova via per il rilancio. Euronics insomma non vuole cedere allo strapotere del commercio elettronico. «La penetrazione del digitale impongono a realtà come la nostra, di evolversi rapidamente per mantenere competitività – ha spiegato il presidente di Euronics, Alessandro Butali – per questo siamo pronti al lancio di una nuova campagna che avrà come slogan “Human Touch in a Digital World”.

Per Euronics dunque il tocco umano in un mondo digitale significa portare i clienti nei negozi. Per far questo verranno sviluppate app, social network e chat. Senza dimenticare il potenziamento della piattaforma per l’e-commerce. L’investimento previsto per lo sviluppo di questa strategia da parte della catena di vendita di prodotti di elettronica di consumo è di 2 milioni di euro. La società comunque è pronta all’apertura di altri 20 negozi con l’assunzione di circa 400 persone in diverse zone d’Italia. Quanto al nodo cruciale delle chiusure domenicali che il governo potrebbe imporre per legge, Euronics è contraria: la domenica rappresenta il 16% delle vendite totali.

Una società quotata su due senza piano di successione

Il 53% delle società quotate in Italia non prepara un piano di successione strutturato del Ceo. L’Italia poi si posiziona in testa alla classifica del numero di incarichi per singolo consigliere con una media di 3,2 incarichi, secondo quanto emerge dall’ultimo rapporto Board Index di Spencer Stuart che analizza le caratteristiche e il funzionamento dei consigli di amministrazione delle prime 100 società quotate.

La presenza femminile nei Cda si attesta al 32,3%, ma ancora troppo basso il numero di cariche esecutive ricoperte da donne (9%). I compensi medi sono allineati agli anni precedenti, oltre il 64% degli amministratori delegati ha una retribuzione al di sopra di 1 milione di euro. La dimensione media del board è di circa 11,5 membri (Germania 13,8, Francia 13,7, Spagna 10,9, USA 10,8, Svezia 10,6).

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