Tre giorni di intenso lavoro per il board di Telecom Italia. Ieri si è riunito il comitato controllo e rischi per discutere, secondo quanto apprende Radiocor, del nuovo piano industriale. Non sono attese, tuttavia, secondo alcuni fonti, decisioni importanti dalle verifiche sulle attività iscritte in bilancio. D’altronde la società, sotto la gestione dell’amministratore delegato Amos Genish, ha già svalutato, a novembre scorso gli avviamenti per due miliardi di euro. Oggi è intanto previsto un pre-consiglio di amministrazione in attesa del consiglio di giovedì che esaminerà i conti il nuovo piano industriale. L’attenzione è alta soprattutto per il tema della rete di Telecom, anche a seguito delle parole del vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, su un’unica società della rete.

L’attenzione è dunque puntata sulla giornata del 21 febbraio, quando l’amministratore delegato di Tim, Luigi Gubitosi, presenterà il piano industriale della società. I primi contatti sulla rete unica con Open Fiber sono stati attivati ma ora scende in campo anche Cassa depositi e prestiti, azionista di entrambe le società. Cdp è a favore della rete unica delle telecomunicazioni, ha detto l’amministratore delegato della Cassa Fabrizio Palermo a margine dell’assemblea di Assiom Forex. Le norme per favorire l’integrazione della rete, contenute nel decreto fiscale che oramai sono diventate legge, hanno messo in movimento gli attori di questa partita strategica.

Il pressing di Cdp arriva allora proprio mentre Gubitosi è al lavoro sul piano e l’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace, lo pungola affinché faccia chiarezza tra i propri soci, che al momento mostrano due visioni contrapposte sulle modalità e sugli obiettivi di scorporo dei propri asset. Cdp è di certo la società delle reti italiane. Da parte sua l’esecutivo sembra favorevole alla creazione di una rete telefonica fissa unica, che nascerebbe da una fusione tra le rete di Telecom Italia e Open Fiber. Nei giorni scorsi, Il fondo Usa, guidato da Paul Singer, ha fatto sapere come sia auspicabile convocare al più presto un tavolo sull’ipotesi di rete unica tra Tim e Open Fiber.

E intanto è arrivato il via libera condizionato da parte dell’Agcom al piano di spegnimento di 6.500 centrali su circa 10.400 di Telecom. Il piano di ammodernamento della rete in rame, presentato nel 2017 dall’allora amministratore delegato Flavio Cattaneo, comporterebbe un risparmio di svariate centinaia di milioni – dovrebbero essere circa 350 milioni di euro – tra costi minori per energia, manutenzione e real estate. Il disco verde dell’Autorità, che è arrivato nella delibera da 500 pagine sul mercato dell’accesso e la separazione della rete di Tim, è condizionato alla copertura alternativa in fibra che deve avvenire, per il Garante, 12 mesi prima dello spegnimento delle centrali in rame.

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