Amazon torna a mettere sotto pressione il settore retail. Il colosso statunitense del commercio elettronico vuole rendere standard per tutti i membri del servizio Prime le consegne di quanto ordinato online entro un giorno. La mossa al gruppo guidato da Jeff Bezos costerà 800 milioni di dollari nel secondo trimestre del 2019. Con oltre 100 milioni di persone che pagano negli Stati Uniti per godere del servizio Prime, Amazon potenzialmente può già raggiungere oltre la metà delle famiglie.

E con i consumatori che si abituano a vedersi consegnare la merce ordinata nell’arco di al massimo 24 ore, la sua penetrazione tra i consumatori statunitensi è destinata a migliorare. Questo significa che i gruppi retail sono costretti ad adeguarsi e farlo potrebbe pesare sui loro margini.

Amazon ha messo a segno utili record

Amazon punta a ridurre i tempi di consegna ai clienti Prime da due a un solo giorno. Lo ha detto il direttore finanziario Brian Olsavsky durante la conference call sui risultati trimestrali dei primi tre mesi. «Ci siamo già incamminati su questa strada», ha annunciato Olsavsky, segnalando che sono aumentati i quartieri che già ricevono i pacchi del colosso dell’ecommerce in un giorno. Per il quarto trimestre di fila, Amazon ha messo a segno utili record (più che raddoppiati) grazie a un contenimento dei costi, ma la crescita dei ricavi ha continuato a rallentare, raggiungendo i minimi di quattro anni.

Nei tre mesi chiusi il colosso Usa ha messo a segno utili per 3,6 miliardi di dollari contro 1,63 miliardi dello stesso periodo del 2018. In Italia L’Antitrust ha avviato una istruttoria nei confronti di cinque società del gruppo Amazon per accertare un presunto abuso di posizione dominante. Starebbe quindi approfittando della propria posizione di forza nella logistica per danneggiare la concorrenza. In particolare, spiega l’Autorità, Amazon sfrutterebbe la sua posizione dominante per obbligare i venditori terzi ad appoggiarsi sui suoi servizi di logistica.

L’inchiesta è partita da segnalazioni di aziende che ritengono di essere state danneggiate. Se il comportamento scorretto fosse confermato dall’indagine Antitrust, il colosso dell’ecommerce finirebbe multato. C’è un precedente e riguarda Facebook, multata con con 10 milioni di euro per non aver rispettato il codice del consumo e non aver informato adeguatamente i nuovi iscritti sulle politiche per l’uso dei dati personali immessi sulla piattaforma.

In Germania è stata avviata un’analoga indagine. Da parte sua Amazon ha comunque già dichiarato di essere pronta a offrire la massima collaborazione all’Autorità.

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