Nuova ondata di truffe ai danni dei cittadini col sistema del finto blocco del computer: è stata registrata dalla Polizia postale. Sul PC delle vittime compare un messaggio di sicurezza che avvisa di un blocco del computer: segnala che il PC sarà disattivato in caso di chiusura della pagina dopo esser stato infestato da virus e spyware. Il sistema prospetta anche il furto di informazioni riservate come l’accesso a e-mail e social network, oltre alle foto salvate sul computer.
E invita a chiamare entro 5 minuti il presunto numero di assistenza per la procedura di rimozione del virus. Tutto falso: nessun furto di dati, spiega la Polizia postale, chiudendo la navigazione il PC continua a funzionare normalmente.
Chiamando invece il numero fornito si rischia di dare al truffatore le chiavi per installare programmi illeciti e virus. Il costo per il finto sblocco si aggira sul centinaio di euro. L’invito della Polizia postale: ignorare gli avvisi e se si ripetono fare la scansione del PC con antivirus aggiornato.
Truffe online, come difendersi
Impossibile considerarsi al sicuro di truffe o tentativi di truffe online. I nuovi modi escogitati per violare la protezione personale non consentono infatti di sentirsi al sicuro. Difendersi per cercare di ridurre le possibilità di rimanere vittima delle truffe è possibile. A iniziare dall’adozione di tutte le misure di sicurezza possibile, come cambiare di frequenza la password per i vari accessi online (e non utilizzare sempre la stessa) o attivare l’autenticazione a due fattori per assicurare che solo il titolare dell’account può accedere anche se qualcun altro conosce la password.
E il tutto mentre si muove anche il legislatore con la proposta del nuovo delitto di di frode patrimoniale in danno di soggetti vulnerabili. Alla luce dell’innalzamento delle pene per il delitto di circonvenzione di incapaci, la nuova fattispecie si caratterizza per la minore gravità. Non è prevista la clausola di salvaguardia e il reato è aggravato se il fatto è commesso con strumenti telefonici, informatici o telematici, o avvalendosi di dati della vita privata della persona offesa, acquisiti fraudolentemente o senza il suo consenso.
Il tutto ricordando come si tratti di una proposta di legge per cui manca ancora il disco verde. Il consiglio per difendersi se la truffa si consuma per strada, contattare subito un proprio parente per verificare la situazione o le forze dell’ordine e nel frattempo cercare di attirare l’attenzione di altre persone, magari alzando la voce.