Sarà per i toni al limite dell’arroganza o forse perché siamo davanti a una precisa strategia di marketing per fare parlare di sé, ma l’annuncio di Burgez sulla ricerca di personale filippino anziché italiano per il suo ristorante a Milano si è rivelato una bomba mediatica. Sono bastate poche righe pubblicate sul profilo ufficiale di Facebook per etichettare l’azienda di fast food come razzista al contrario ovvero con atteggiamenti discriminatori nei confronti degli italiani. E a fronte di centinaia di commenti – la stragrande maggioranza di segno negativo – Burgez ha risposto punto per punto, difendendo il suo operato e il suo punto di vista. Strategia vincente o controproducente?
Burgez: il contestato annuncio di lavoro su Facebook
Non c’è dubbio che le parole siano provocatorie e con una dose di ironia, ma per molti commentatori il tono utilizzato è andato un po’ troppo fuori le righe. Scrive Burgez. “Stiamo cercando una cassiera per Burgez (via Savona). Se ci chiedete perché la maggior parte delle cassiere sono ragazze filippine vi rispondiamo perché le italiane il sabato hanno il moroso, il mercoledì hanno la palestra, la domenica la stanchezza, ecc. Italiane, svegliatevi! Il lavoro c’è, siete voi che non ci siete. Per chi avesse voglia davvero di lavorare scrivete”. Insomma, la lavoratrice media italiana (la ricerca è indirizzata a una donna) è fotografata come attenta un po’ a tutto tranne che al lavoro.
Ma quali sono state le critiche dei lettori, al di là del presunto razzismo al contrario? Secondo Cristina “prendete le filippine per pagarle due soldi, farle lavorare come muli, con contratti a chiamata, se sono fortunate”. Ma Burgez replica che si tratta di “contratti nazionali, italiani o filippini o nigeriani non cambia nulla. Tutto in regola e tutto alla luce del sole. Ci spiace per la sua frustrazione ma noi siamo puliti”.
E se Alessandro, sempre sul profilo Facebook della società dell’hamburger, si dice “curioso di vedere il contratto che offrite. Molti giovani italiani hanno voglia e bisogno di lavorare”, ma forse non vogliono “essere sottopagati” e “non vedere riconosciuti i propri diritti fondamentali. Giusto per mettere i puntini sulle i a proclami vergognosi come questo… Troppo facile sparare sempre sui giovani!”, Brugez non la manda certo a dire: “Sai cosa c’è di peggiore di chi sottopaga i nostri giovani italiani? Le persone come te con la puzza sotto il naso. Chi te l’ha detto che noi non garantiamo i diritti fondamentali ai nostri ragazzi? Parli senza sapere e ti fai forza del fatto che non sai, perché se sapessi chiuderesti la bocca e ti nasconderesti in un angolino. A vergognarti della tua ignoranza esibita”.