La questione è di quelle terribilmente serie perché si parla di sicurezza in auto e soprattutto perché ci sono quattro morti sospette. Dai timori e dalle discussioni sui rischi per la presenza a bordo di airbag non efficienti si è infatti passati all’analisi di casi concreti, quelli che nessuna autorità avrebbe mai voluto affrontare. E se di mezzo ci sono due noti marchi come Hyundai e Kia con milioni di auto vendute in tutto il mondo, ecco che l’effetto psicosi collettiva è assicurato. Naturalmente occorre procedere con le necessarie cautele sia in attesa dei risultati delle indagine e sia perché è indispensabile circoscrivere l’accaduto ai modelli coinvolti.
Kia e Hyundai nel mirino: quali modello
Ad aver costretto l’agenzia per la sicurezza stradale statunitense ad aprire un fascicolo è stata la morte di quattro persone. Sembra infatti che qualcosa non abbia funzionato nella fase di apertura degli airbag e di contenimento dell’impatto dei passeggeri in seguito agi incidenti in cui sono stati rispettivamente coinvolti. Nello specifico sono finiti sotto osservazioni 425.000 Kia Forte fabbricati negli anni tra il 2012 e il 2013 e Hyundai Sonata del 2011. Stando a una primissima ricostruzione dei fatti da parte delle autorità inquirenti, sembra che non si sarebbero affatto aperti gli airbag e da qui il passaggio alla chiamata alla eventuale responsabilità dei produttori è stato pressoché immediato e inevitabile.
L’indagine sui modelli Hyundai e Kia serve proprio per accertare eventuali problemi agli airbag collegati al caso dei quattro decessi e naturalmente scongiurare ulteriori episodi luttuosi. Obiettivo dichiarato delle autorità a stelle e strisce – il cui operato è in questo momento sotto osservazioni un po’ in tutto il mondo, come dimostrato dall’elevato numero di discussioni sul web – è accertare anche se anche altre case automobilistiche possano avere problemi analoghi.
Cosa succede in Italia
Dalle nostre parti, in caso d’incidente per via di airbag non funzionante, spetta alla casa automobilistica pagare i danni e tutto ciò che ne consegue. La responsabilità è insomma diretta e oggettiva. Come ricordato dallo Sportello dei diritti, intervenuto sulla questione, c’è un precedente importante: la sentenza con cui la Corte di cassazione ha stabilito che, se in caso di incidente stradale l’airbag non si apre, il produttore è tenuto a risarcire i familiari per i danni derivanti dalla morte del conducente.
La decisione definitiva era arrivata al termine di una controversia tra i parenti di automobilista che ha perso la vita in un incidente stradale a causa della mancata attivazione dell’airbag. A poco erano servite le giustificazione della casa automobilistica. La Cassazione aveva posto una condizione: spetta al danneggiato dimostrare il collegamento causale tra le lesioni subite e l’omesso funzionamento dell’airbag.