Se sia stata solo una imperdonabile distrazione oppure una sana ignoranza o ci sia perfino del dolo spetta agli organi competenti dimostrarlo. Ma chiunque può farsi un’idea e domandarsi come si sarebbe comportato se un assistente di volo ci avesse ordinato di rinchiudere il nostro cucciolo di cane nella cappelliera. Al di là della richiesta, accolta dalla passeggera, a lasciare il segno è stata appunto la conseguenza di questa decisione: la morte del piccolo animale. L’episodio è accaduto solo pochi giorni sul volo Houston-New York della United Airlines fa ed è oggetto di aspre discussione e polemiche via social con dure prese di posizioni degli utenti sui profili ufficiali del vettore.

Il tragico incidente in alta quota

Il racconto dell’episodio diventa ancora più tragico con il racconto di chi su quel volo era presente. In molti casi i passeggeri hanno deciso di parlare proprio attraverso il web, raccontato dettagli piuttosto spiacevoli. Sembra infatti che in molti avevano sentito un cane abbaiare, quasi in sofferenza, ma nella più totale indifferenza. Nessuno, insomma, si sarebbe presto cura del piccolo e avrebbe verificato le sue condizioni di salute. Si legge poi nella stampa locale come la padrona fosse stata davvero inflessibile. Non voleva cioè mettere la gabbietta del cane nella cappelliera. Ma l’assistente di volo si sarebbe rivelato ancora più intransigente, continuano a chiederle di metterlo nella cappelliera perché sarebbe stato un rischio tenerlo lì dov’era, in quanto si trattava di un’uscita d’emergenza.

Di più: l’altro particolare sconcertante che è adesso finito in pasto all’opinione pubblica è che ma nessuno si era accorto che il piccolo cane fosse morto prima dell’arrivo all’aeroporto di destinazione.

La posizione della United Airlines

Per il portavoce di United Airlines, Charlie Hobart, questo è un tragico incidente che non avrebbe mai dovuto accadere, in quanto gli animali – ha formalmente sostenuto – non dovrebbero mai essere collocati nella cappelliera. Da qui l’assunzione della piena responsabilità di questa tragedia e la manifestazione delle condoglianze alla famiglia. E se da una parte ha annunciato l’impegno a sostenere (economicamente ovvero con il pagamento dell’autopsia e il rimborso dei biglietti aerei) i proprietari del piccolo cane, dall’altra ha rivelato di stare indagando a fondo su ciò che è accaduto per evitare che possa di nuovo ripetersi. Nel mirino è finita l’assistente di volo. Il problema è che non è la prima volta che le compagnie aeree hanno problemi con gli animali e di conseguenza appare evidente come qualcosa nelle regole generali vada rivisto prima che l’ennesima notizia diventi virale.

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