Il mercato degli smartphone subisce la sua prima contrazione annuale da quando è nato, una decina d’anni fa su impulso dell’allora avveniristico iPhone di Apple. Nel 2018 in tutto il mondo sono stati messi in commercio 1,43 miliardi di dispositivi, il 5% in meno rispetto al 2017 secondo i dati di Strategy Analytics. Il settore sconta cinque trimestri consecutivi in calo, con l’ultimo – il periodo da ottobre a dicembre, stagione di acquisti natalizi – in diminuzione del 6%. A pesare sulle vendite sono la situazione economica e la saturazione dei mercati, ma anche il fatto che i dispositivi costano sempre di più e non sono abbastanza innovativi da suscitare il desiderio di comprare l’ultimo modello.
L’impatto negativo più consistente arriva dalla Cina, il primo mercato mondiale della telefonia mobile, dove il 2018 si è chiuso in flessione del 10%. Le aziende cinesi Huawei e Xiaomi, tuttavia, festeggiano crescite a importanti, mentre a perdere terreno sono le capolista Samsung e Apple. Stando agli analisti, Samsung nel 2018 ha consegnato 291,3 milioni di smartphone, seguita da Apple con 206,3 milioni e da Huawei, vicinissima con 205,8 milioni. Le aziende sul podio hanno però storie diverse.
Le consegne annuali di Samsung e Apple sono diminuite rispettivamente dell’8% e del 4,5%, mentre quelle di Huawei hanno visto un incremento del 35%. Al quarto posto si piazza Xiaomi, che cresce del 31% a quota 119,3 milioni di smartphone e supera l’altra cinese Oppo, quinta e in flessione dell’1% a 116,6 milioni. La conferma di un settore in crisi arriva anche dagli analisti di Idc, i cui dati preliminari descrivono un 2019 in calo del 4,1% dove a salvarsi sono solo una manciata di mercati in crescita: India, Indonesia, Corea, Vietnam. Alla base della contrazione «ci sono diversi fattori, tra cui l’allungamento dei cicli di sostituzione, la saturazione in molti mercati e la crescente frustrazione dei consumatori per il continuo aumento dei prezzi», evidenziano gli esperti.
E il 30% degli italiani non protegge la privacy
Nel 2018, il 75% delle persone tra i 16 e i 74 anni nell’Unione europea ha usato uno smartphone per scopi privati e il 28% quando ha utilizzato o installato un’app, non ha mai limitato o rifiutato l’accesso ai dati personali. Lo afferma Eurostat. L’Italia è al 30%, poco sopra la media Ue; in Francia i cittadini si proteggono di più, alla Repubblica Ceca il record negativo.