Spotify lancia un attacco frontale ad Apple sulla musica online. La piattaforma di streaming svedese ha annunciato che denuncerà alla Commissione europea il gigante di Cupertino per abuso di posizione dominante sul mercato continentale. In una nota il ceo Daniel Ek accusa la società guidata di Tim Cook di aver introdotto regole nell’App Store che limitano intenzionalmente la scelta e soffocano l’innovazione, agendo sia da giudice che da parte in causa per svantaggiare deliberatamente altri sviluppatori di applicazioni. Sotto accusa c’è il doppio ruolo del gigante tecnologico californiano. Ek nella nota sottolinea come Spotify e altri fornitori digitali siano tenuti a pagare ad Apple una tassa del 30% sugli acquisti effettuati tramite il suo sistema di pagamento, costringendo poi a ricaricare sugli utenti il prezzo dell’opzione a pagamento Premium.

Contestato l’abuso di posizione dominante

È una guerra tra due servizi di streaming musicale online: da una parte Spotify, lanciato nel 2008 in Svezia, e oggi a 207 milioni di utenti, di cui 96 milioni a pagamento, dall’altra Apple Music, nato nel 2015 e già a 50 milioni di abbonati paganti. Ma Apple è anche proprietaria della piattaforma iOS e dell’App Store e allo stesso tempo, con Apple Music, è concorrente di servizi come Spotify. Per il Ceo di Spotify, Cupertino sfrutterebbe questo duplice ruolo a suo vantaggio, imponendo una tassa del 30% sugli acquisti effettuati attraverso il suo sistema di pagamento, creando uno handicap per la concorrenza.

L’alternativa – adottata da Amazon per i libri Kindle, da Netflix e altri servizi – è gestire i pagamenti fuori dalla piattaforma Apple, un sistema più scomodo per gli utenti. Un caso analogo si è registrato con Fortnite, il gioco più popolare del momento, ma stavolta sotto accusa è Google, che su Android applica regole molto simili a quelle di Apple. Nel 2017 a Mountain View è arrivata una multa di 2,4 miliardi di euro dall’Unione europea per la piattaforma di shopping online, e nel 2018 un’altra di 4,3 miliardi di euro per aver ostacolato la libera concorrenza.

Così l’accusa di Ek non è solo contro Apple Music, ma contro un sistema che non garantirebbe la concorrenza leale e favorirebbe i giganti della tecnologia. Una denuncia che pare ricalcare quella della senatrice americana Elizabeth Warren, candidata alle prossime presidenziali statunitensi, secondo cui le grandi aziende hi-tech andrebbero scorporate per favorire la competizione.

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