Telecom Italia perde il 2% in Borsa per colpa del mancato accordo con i sindacati sulla cassa integrazione straordinaria e per la prospettiva di tariffe all’ingrosso più basse del previsto sulla sua rete, tra cui il bitstream e la banda Ethernet. L’Agcom ha precisato che le tariffe dei servizi di accesso alla rete saranno decise nell’analisi di mercato del nuovo ciclo 2018-20 e non è stata presa alcuna decisione in merito. L’Autorità procederà allora con un esame indipendente del mercato, confrontandosi anche con l’Unione europea, e a prescindere dal processo dello scorporo della rete che sarà esaminato nel consiglio del 6 giugno.
Anche il confronto sui tagli all’organico, partito lo scorso 24 maggio, riprenderà l’8 giugno perché non è stato raggiunto un accordo. I sindacati hanno chiesto a Tim di trasformare la Cigs proposta per gli esuberi in contratti di solidarietà. A ogni modo, la rete di Telecom Italia è l’infrastruttura in rame e fibra su cui passano le chiamate a un numero fisso. Essendo l’ex monopolista in un mercato liberalizzato, Telecom deve affittare la sua rete a tutti, anche se in alcune aree, come a Milano, sono nati nuovi network. Le tariffe da praticare sono decise dall’Agcom. Per garantire un servizio sempre più efficiente ed equo per gli altri operatori, Telecom ha proposto di separare rete e servizi in due società diverse. Ma come si è arrivati a questo punto:
- L’ad Genish propone al ministero dello Sviluppo e all’Agcom un piano di scorporo della rete. Viene istituito un tavolo permanente di confronto con l’Autorità per le comunicazioni.
- Telecom invia all’Agcom tutto il materiale del progetto. Prevede una nuova governance, con un membro del cda designato dall’autorità.
- L’Autorità chiede maggiori dettagli, e il neo presidente Fulvio Conte va in Agcom insieme a Genish per discuterne.
- Viene convocato un Consiglio dell’autorità per esaminare la proposta di scorporo delle rete. Prima di allora l’autorità deciderà le nuove tariffe all’ingrosso che i concorrenti di Telecom le dovranno pagare per affittarne la rete.
Battaglia sulla sulla cassa integrazione straordinaria
Nel frattempo il braccio di ferro prosegue tra Tim e i sindacati, arbitro il ministero del Lavoro, per ora senza grossi passi in avanti. I sindacati, che a gennaio avevano detto no a una nuova solidarietà e fatto melina per i mesi successivi, messi davanti alla decisione unilaterale della cassa integrazione straordinaria ora la rivalutano. Hanno richiesto alla società di rivedere la decisione sulla cassa integrazione straordinaria per 29.000 dipendenti, utilizzando soluzioni alternative come il ricorso alla solidarietà, sintetizza Salvatore Ugliarolo, segretario generale della Uilcom alla fine dell’incontro.