Tutti e quatto i disegni di legge su amnistia e indulto, insieme alle nuove disposizioni in materia di giustizia telematica saranno tra le questioni al centro del confronto in sede di commissione Giustizia al Senato. La convocazione in sede referente è per il pomeriggio di martedì 25 ottobre 2016. Sono infatti attesi i pareri della commissione Affari della Presidenza del Consiglio e dell’Interno e Finanze e Tesoro nel caso di amnistia e indulto. Anche se non sarà affrontato in questa sede, è ancora in ballo il disegno di legge di modifica dell’articolo 79 della Costituzione (presentato all’indomani della morte del leader radicale Marco Pannella) per abbassare la soglia attuale, pari a due terzi del Parlamento, necessaria per far passare i provvedimenti di amnistia e indulto.
Il tutto mentre in settimana la stessa commissione Giustizia a Palazzo Madama ha dato in serata il via libera, tra le proteste dell’opposizione, al disegno di legge, già approvato dalla Camera il 6 ottobre, che prevede tra l’altro la cosiddetta norma Canzio cioè quella che stabilisce il trattenimento in servizio fino al 31 dicembre 2017 per i vertici della magistratura che a dicembre ancora non hanno compiuto i 72 anni. I senatori di Forza Italia e del Movimento 5 Stelle hanno abbandonato i lavori contro quello che definiscono un blitz della maggioranza.
«L’intesa era che si sarebbero illustrati solo gli emendamenti e che ci sarebbe stato il voto – ha raccontato Francesco Nitto Palma (Forza Italia) – invece, all’improvviso, nonostante noi avessimo presentato solo 18 proposte di modifica e non ci fosse stato ostruzionismo da parte di nessuno, Pd e Ap decidono di passare al voto del provvedimento». Così nella seduta notturna lampo, la commissione ha votato il mandato al relatore, il senatore Giorgio Pagliari (Pd), a riferire in Aula sul decreto che riguarda l’efficienza degli Uffici giudiziari e che introduce la proroga delle pensioni per i vertici delle magistrature. Dopo la protesta di Forza Italia e del Movimento 5 Stelle e il rischio legato alla possibilità di voti segreti, avanza l’ipotesi che il governo ponga la questione di fiducia sul provvedimento.
A proposito di giustizia, secondo la sezione IV della Corte di cassazione che si è pronunciata lo scorso lunedì, non è reato il no al prelievo del sangue se si permette comunque di verificare lo stato di alterazione accettando il prelievo di altri liquidi biologici. Viene annullata la condanna per il reato previsto dall’articolo 187 del Codice della strada (comma 8), perché la persona fermata si era sottoposta all’esame delle urine.