Vi potrebbero essere problemi per quanto riguarda gli stipendi degli statali, ma anche dei privati, viste le decisioni del Governo, che per i primi non ha dedicato nemmeno una riga nel nuovo Def per i finanziamenti degli aumenti decisi solo l’anno scorso. E non c’è solo questo.

Per almeno due motivi: continua a essere incerto il futuro del bonus di 80 euro, anche se la volontà sembra che sia quella della conferma. Almeno fino a quando non sarà completata la rivoluzione fiscale in corso. In seconda battuta va in scadenza l’elemento perequativo introdotto con l’ultima manovra. E secondo l’Anief, l’Associazione nazionale insegnanti e formatori, in queste condizioni il prossimo sarà un anno di magra per gli statali. La sola via d’uscita è trovare i fondi per rifinanziare gli aumenti introdotti lo scorso anno.

Per il sodalizio su una busta paga netta di 1.500 euro l’assegno previdenziale medio per i lavoratori pubblici potrebbe non superare i 750-800 euro. Perché le conseguenze degli stipendi degli statali inferiori al tasso di inflazione finirebbero per coinvolgere anche le pensioni future. La situazione diventerà più chiara con la prima bozza della legge di Bilancio.

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