Il Bitcoin spegne nel 2019 10 candeline. Un periodo che ha visto la moneta virtuale registrare alcuni successi ma anche molte sconfitte, prima fra tutte quella di non essere riuscita a diventare una valuta di utilizzo popolare. La prima transazione sarebbe stata effettuata nel 2009 dal suo misterioso fondatore Satoshi Nakamoto e dallo sviluppatore Hal Finney. L’anno successivo il primo scambio nel mondo reale, per comprare due pizze. Ma è stato il 2017 ad aver immortalato il Bitcoin come fenomeno globale e il suo valore ha raggiunto 20.000 dollari. Ma fra Natale del 2017 e il gennaio del 2018 il prezzo della criptovaluta si è dimezzato, cominciando una corsa al ribasso che non si è più fermata, con il Bitcoin che vale ora intorno ai 3.800 dollari e nessuno è in grado di prevedere se il calo proseguirà ancora, peraltro fra il disinteresse sempre più generalizzato degli investitori.

Alla base del funzionamento dei Bitcoin c’è la tecnologia della blockchain. In buona sostanza, i computer connessi alla rete della moneta virtuale registrano ogni generazione di nuovi Bitcoin e ogni passaggio di proprietà su un registro pubblico e condiviso tra tutti gli utenti della rete che verifica e autentica quante sono le criptovalute e a chi appartengono. Ogni volta che un Bitcoin passa di mano, questo trasferimento viene registrato su blockchain, che significa proprio catena di blocchi, in un nuovo blocco di dati crittografato, che si aggiunge ai blocchi in cui sono incluse le operazioni precedenti e alle quali si lega.

Oggi i blocchi sono poco meno di 500.000. È impossibile modificarne uno perché sarebbe incompatibile con tutti quelli precedenti e quelli successivi. Questo registro condiviso è una sorta di banca centrale dei Bitcoin, la massima garanzia dell’esistenza e della titolarità delle monete virtuali. Dopo il Bitcoin sono nate molte altre monete virtuali e alcuni Stati stanno provando a creare valute nazionali, come l’Estonia (estCoin), la Tunisia (eDinar) o la Svezia La (eKrona). In realtà, le potenzialità possono invadere molti altri campi della nostra vita.

Tra gli usi più originali di blockchain c’è quello dell’azienda olandese LegalThings che ha lanciato l’app LegalFling per dare il proprio consenso preventivo a rapporti intimi con una persona. Scegliendo il cuore si accetta la relazione, con la X la si rifiuta. I contratti così stipulati sono memorizzati sul registro virtuale e hanno valore legale: si può specificarne anche la durata e altri termini. Tra gli utilizzi c’è anche l’abbattimento della burocrazia. Come il voto elettronico. E nei blocchi possono essere memorizzate anche le proprie condizioni di salute.

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