È in fase di esame la decisione del Garante per la protezione dei dati personali ed è attesa a breve una risposta dettagliata. Dalle parole di un portavoce Facebook emerge la posizione della società del più famoso social network rispetto alla comunicazione del Garante per la Privacy che ha ritenuto illegittimo il trattamento di dati personali dei cittadini italiani realizzato da Facebook attraverso il prodotto. Nel mirino è finito “Candidati”, il servizio installato sulla piattaforma del social network in occasione delle elezioni politiche del 4 marzo 2018. Quanto al servizio contestato, ricorda ancora il portavoce, “Candidati” è stato lanciato lo scorso anno, in vista delle elezioni politiche 2018 in Italia, ed è stato uno strumento pensato per favorire il coinvolgimento delle persone nelle elezioni e far conoscere meglio i partiti e i candidati locali.

Contrastare le interferenze esterne nei processi elettorali nell’Unione europea: è lo scopo dei nuovi strumenti che Facebook lancerà nel mese di marzo in vista delle elezioni europee, per cercare di dare una risposta alle preoccupazioni espresse dalla Commissione europea dopo il caso Cambridge Analytica. A darne l’annuncio a Bruxelles il responsabile per gli affari globali di Facebook, Nick Clegg che ha precisato che chi vorrà pubblicare le inserzioni politiche su Facebook dovrà prima essere autorizzato dal gruppo. «Lanceremo dei nuovi tool per evitare l’interferenza esterna nelle prossime elezioni», dice la responsabile del gruppo per le elezioni in Europa, Anika Geisel.

Secondo i dati forniti dall’ufficio del Garante della Privacy che tra maggio e settembre 2018, in Italia sono state registrate 2.547 segnalazioni agli organi competenti, a fronte delle 1.795 nello stesso periodo del 2017. Di certo, il 2018 è stato un anno orribile per Facebook: il gruppo di Mark Zuckerberg ha visto affastellarsi problemi, perdite finanziarie e addii di manager, fino allo scandalo Cambridge Analytica. Si inizia il 25 gennaio, quando George Soros definisce il social network e Google una minaccia che ostacola l’innovazione. Il 17 marzo The Observer pubblica l’inchiesta su Cambridge Analytica. La società d’analisi ha utilizzato i dati di decine di milioni di utenti senza il loro consenso.

Il 20 marzo il co-fondatore di WhatsApp, Brian Acton, avvia la campagna Cancella Facebook. In aprile Zuckerberg risponde davanti al Congresso Usa. Il 25 maggio entra in vigore il nuovo regolamento europeo sulla privacy. Il 3 giugno il New York Times rivela che Facebook ha concesso ai grandi produttori di smartphone – come Apple, Samsung e Microsoft – l’accesso a una grande quantità di dati. Il 25 luglio il crollo del titolo dopo la trimestrale: in 90 minuti il titolo cede il 20% e brucia 120 miliardi di dollari. Il 28 settembre Facebook dice di essere stata hackerata, compromessi i dati di 30 milioni di utenti. Il 14 novembre il New York Times pubblica una raccolta di e-mail e testimonianze.

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