Il Parlamento europeo, riunito in plenaria a Strasburgo, è chiamato a votare oggi la direttiva europea sul copyright. I punti maggiormente discussi sono due. L’articolo 11, che introduce l’obbligo di pagamento per le piattaforme digitali che usano anche i contenuti dei giornali per catturare l’attenzione degli utenti e raccogliere i loro dati, e l’articolo 13, che rende le piattaforme responsabili di quanto viene caricato dagli utenti. Numeri alla mano, ammonta a 47,9 miliardi di euro il valore economico dell’industria culturale e creativa, di cui 41,1 miliardi da ricavi diretti. Ed è tra 4,6 e 8,1 miliardi di euro il valore stimato della pirateria in ambito creativo.

Cosa cambia con le nuove norme europee

La legge prevede l’introduzione di una tassa sulle notizie. Gli editori riceveranno un compenso per la pubblicazione di un estratto o del riassunto del contenuto di un articolo. Tutte le anteprime degli articoli create automaticamente dai social network e dagli aggregatori di notizie dovranno essere tassate. Se si verifica una violazione del diritto d’autore alla piattaforma viene ordinato di eliminare il contenuto illecito, esattamente come avviene per i contenuti illegali. Le piattaforme dovranno dotarsi di filtri automatici per verificare che i contenuti caricati dagli utenti non violino il diritto d’autore con l’effetto di censurare molte notizie.

Ridimensionare gli aggregatori di notizie potrebbe danneggiare gli editori, soprattutto i più piccoli, che non verrebbero più trovati sui motori di ricerca. Ma sono 70 i ricercatori che hanno firmato un appello contro le nuove norme tra cui Tim Berners Lee, uno degli inventori del Web, e Jimmy Wales, cofondatore di Wikipedia.

Stop Wikipedia per protesta

Si riaccende allora il dibattito sulla direttiva europea che riguarda il copyright e che verrà votata oggi dal Parlamento europeo. La protesta più clamorosa arriva da Wikipedia Italia, che ha deciso di oscurare la pagina dell’enciclopedia libera più consultata dagli utenti del web fino a oggi, proprio per sensibilizzare gli utenti su un provvedimento che «limiterà significativamente la libertà di Internet». Wikipedia è un’enciclopedia online “a contenuto libero, collaborativa, multilingue e gratuita”, lanciata il 15 gennaio 2001, sostenuta e ospitata dalla Wikimedia Foundation, un’organizzazione non a scopo di lucro statunitense.

Tuttavia il Parlamento europeo ha deciso di precisare: «Wiki non verrà toccata dalle nuove regole». E gli editori sottolineano: «È una campagna fuorviante, la direttiva riequilibra l’ecosistema digitale dominato dalle piattaforme».

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