Molestie economiche: dice proprio così, il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, riferendosi alla guerra commerciale innescata dalla Casa Bianca. Che ha messo Huawei nella lista nera delle minacce alla sicurezza nazionale, spingendo diverse aziende, come Google, a tagliare i legami con il produttore cinese di smartphone. Tanto che ieri Pechino ha inviato una protesta solenne a Washington proprio per il modo in cui è stata trattata Huawei.

Ci sono anche i casi Panasonic e Toshiba

Ma ieri si è aggiunto il giallo Panasonic: i giapponesi hanno prima annunciato lo stop alle forniture al gigante di Shenzhen, poi la divisione cinese del gruppo ha smentito, spiegando di voler continuare a effettuare normalmente le consegne. Anche la giapponese Toshiba aveva annunciato la temporanea sospensione di alcuni rifornimenti a Huawei. E mentre lo scontro Usa-Cina pesa su Wall Street, il Fondo monetario internazionale lancia l’allarme: la sfida a colpi di dazi avrà un costo per tutti.

L’Fmi stima che a livello globale le ultime tariffe fino al 25% annunciate da Washington e Pechino sottrarranno circa un terzo di punto percentuale di Pil nel breve termine. E la Fed prevede che l’ultimo round di dazi Usa alla Cina peserà per 800 dollari a famiglia.

Smartphone Huawei, arriva la class action

Lo strappo di Google verso Huawei, ovvero la sospensione della licenza del sistema operativo Android fornita dal colosso americano, potrebbe avere un impatto sui consumatori. Lo sostiene il Codacons, ipotizzando conseguenze che vanno «dalla mancanza di alcuni servizi Google all’impossibilità di eseguire aggiornamenti di sicurezza sugli smartphone, fino alla limitazione delle funzionalità». L’associazione di consumatori minaccia quindi una class action, per tutelare gli italiani possessori di questi telefonini cinesi.

Ciò nonostante le rassicurazioni giunte sia da Google agli utenti, sul funzionamento di Google Play e le protezioni di sicurezza di Google Play Protect, così come da Huawei, nel continuare a fornire aggiornamenti e servizi post-vendita. E si tratterebbe di numeri consistenti. Come riferisce la stessa Huawei Italia, più di uno smartphone Android su tre, dai dati di marzo, è Huawei (36,6%).

Il marchio cinese infatti, come quota di mercato ha raggiunto la seconda posizione per gli smartphone: il 32,1% come unità vendute e il 22,8% per valore delle vendite. Per i tablet Huawei a marzo ha ottenuto invece la prima posizione quanto a quote di mercato italiano: 30% come unità vendute e 21,7% come valore delle vendite.

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