C’è già una data che fa tremare e rendere il lavoro del muratore a rischio, quella del 2050. Entro questo anno i robot potrebbero definitivamente prendere il posto di questa storica figura lavorativa. Per almeno due ragioni: eseguono il lavoro meglio degli umani e sono più veloci. A favorire l’avvicendamento è lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, sempre più precisa, evoluta e affidabile. Che il percorso sia stato già avviato e non rappresenti affatto uno scenario da film è dimostrato dall’azienda Construction Robotics che sta già utilizzando macchine al posto dei muratori. Il suo è destinato a essere l’esempio di una società pioniera dell’innovazione.
Sam1000 e Hadrian X, robot muratori
Fari puntati su Sam1000, il robot semi-autonomo in grado di posizionare i mattoni al posto degli uomini. Più esattamente, è in grado di collocarne circa 3.000 in una giornata rispetto ai 300-600 di un lavoratore. E non è il solo perché c’è anche Hadrian X, utilizzato dall’azienda australiana Fastbrick. La struttura è minimale perché è un braccio robotico su un furgone, ma in grado posizionare mattoni molto più grandi di quelli normali. Righello e cronometro in mano, la precisione è al millimetro e un metro quadrato di muro viene tirato su in meno di tre minuti. Il progetto è adesso quello di creare una squadra di robot con mansioni differenti, anche per lavori complessi.
L’intelligenza artificiale è solo ai primi passi
Ma se la figura del muratore potrebbe presto cedere il passo ai robot, altre potrebbero resistere. Come gli imprenditori con le loro doti sempre personali, i cuochi per inventare nuove ricette che riflettono il gusto di un’epoca, gli insegnanti perché il compito va ben al di là del nozionismo, i portieri d’alberghi, tuttofare alla ricerca delle migliori soluzioni per ogni emergenza che si prospetta, gli operatori nel campo della salute mentale, gli autori perché la creatività è umana. Ma con tutte le incertezze del caso perché l’intelligenza artificiale è solo ai primi passi.