Per qualcuno questo è l’esempio più chiaro della potenza dell’online che spazza via le abitudini consolidate, anche quella di andare con il proprio bambino in un negozio di giocattoli per fargli scegliere il suo preferito. La concorrenza è insostenibile e la differenza di prezzi associata alla varietà di scelta proposta dalle piattaforme web è troppo evidente per non fare la differenza. Ed è addio a Toys “R” Us. La catena di negozi di giocattoli, nei sogni di generazioni di bambini, chiude i suoi ultimi punti vendita ancora aperti negli Stati Uniti. Con la sua scomparsa si chiude un’era: vittima del boom dello shopping online innescato da Amazon e dei videogiochi, Toys “R” Us non ce l’ha fatta a sopravvivere.

Giocattoli addio. E il suo addio mostra in tutta la sua forza la rivoluzione degli acquisti sul web che ha mandato in crisi l’intero settore del commercio tradizionale, un po’ come era successo con l’arrivo dei grandi magazzini che avevano spazzato via le piccole botteghe. A risentire maggiormente della chiusura di Toys “R” Us, soprattutto inizialmente, saranno i produttori di giocattoli come Mattel e Hasbro, costretti a cercare altre vie adeguate per vendere i loro prodotti. Proprio Mattel e Hasbro, secondo gli analisti, potrebbero essere le protagoniste di un’ondata di consolidamento nel settore che cerca di sopravvivenza in un mercato, quello dei giocattoli, in crisi da tempo.

I colossi. I colossi Walmart e Target puntano a riempire il vuoto lasciato da Toys “R” Us ma sono visti con scetticismo, per la loro mancanza di specializzazione: i giocattoli infatti sono solo uno dei milioni di prodotti nel loro portafoglio, il che li rende lontani da quel sogno e quel desiderio che Toys “R” Us è riuscito a creareper 70 anni.

La storia. Eppure Toys “R” Us ha provato fino alla fine a salvarsi e continuare la tradizione iniziata 70 anni fa dal suo fondatore Charles Lazarus con l’apertura del suo primo negozio americano. Il colpo finale è però arrivato Natale scorso, pochi mesi dopo aver fatto ricorso al Chapter 11, la bancarotta assistita, dalla quale si proponeva di emergere più snella e competitiva. Ma dalle feste è giunta la grande delusione: le vendite sono risultate più deboli delle attese, andando a intaccare ulteriormente le casse della società. E così l’addio.

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