Il museo degli strumenti di calcolo di Pisa può vantare una delle più cospicue raccolte del mondo dei sistemi progettati da Steve Jobs dal 1977 al 2007, grazie a un’importante donazione effettuata dalla società Thesis, con sedi a Firenze e a Milano. Lo ha reso noto la stessa Thesis, azienda che dal 1986 opera nell’editoria e nello sviluppo software per la distribuzione dei contenuti ed è stata una delle prime società a introdurre il Macintosh nella produzione editoriale.

Dal 1990 al 1992 – affermano i vertici dell’azienda – Thesis è stata pure una delle società arruolate da Steve Jobs per portare in Italia il Next, la workstation visionaria progettata dopo la sua uscita dalla Apple. Il primo Next arrivato in Italia, 30 anni fa, è proprio sbarcato a Pisa e adesso è di proprietà del museo.

Con l’ultima donazione la collezione si è arricchita di circa 40 sistemi Apple donati da Thesis, tra i quali Apple II, Macintosh 128k, Newton, e 4 workstation Next ancora funzionanti che vanno ad aggiungersi al NextCube già in possesso del museo. Completano la donazione – prosegue Thesis – un centinaio di pacchetti software, tra i quali Mathematica per Next. È un’acquisizione importante a livello internazionale – spiega Fabio Gadducci, direttore del museo – e permette di offrire al pubblico una panoramica completa sul lavoro di Jobs.

La collezione ora riesce a coprirne tutta la carriera. Con l’eccezione di Apple I, il cui valore lo mette fuori della portata di qualunque istituzione museale italiana.

Il museo del calcolo

Con questa donazione – fa presente Tiziana Arrighi, presidente e Ceo di Thesis – è stato preservato un materiale di grandissimo valore per le generazioni future. Ma cos’è il museo del calcolo? Un viaggio lungo almeno 500 anni, dai compassi fino ai più moderni calcolatori. Manoscritti ed epistolari inediti dei nomi più importanti della storia della scienza. Un polo culturale per mostre, convegni; iniziative didattiche e visite guidate per le scuole a pochi passi da piazza dei Miracoli.

Una realtà che si distingue nel panorama nazionale per la ricchezza delle sue collezioni e perché annovera tra i pezzi più prestigiosi esemplari unici e emblematici nella storia del calcolo e dell’informatica.

In un ideale percorso che unisce arte e scienza, il Museo, offre al visitatore un panorama completo delle tappe principali che hanno segnato la storia del calcolo: le collezioni infatti spaziano dalla strumentazione scientifica, testimonianza di un glorioso passato dell’ateneo pisano, dove si sono avvicendati grandi nomi della storia della scienza, ai calcolatori come la Calcolatrice Elettronica Pisana indissolubilmente legata al nome di Enrico Fermi.

Il Museo possiede anche una sezione archivistica e, per gli studiosi che lo vorranno, è possibile accedere alla consultazione dei documenti che arricchiscono l’archivio.

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