Non avrebbe informato adeguatamente gli utenti delle modifiche ai contenuti al pacchetto Calcio e non ha dato seguito alla diffida. Così l’Agcom ha deciso di multare Sky per 2,4 milioni. La società, scrive l’Autorità nella delibera, “ha leso il diritto di scelta di una vasta platea di utenti, conseguendo, altresì, indebiti vantaggi economici in conseguenza della violazione”. Al centro della questione la differenza di contenuti, tra le stagioni 2017-2018 e 2018-2019, del pacchetto Calcio, quando Sky non ha più offerto tutte le partire della Serie A e B con l’ingresso di Dazn a cui sono state assegnate tre partita a settimana per ciascun turno e tutta la Serie B.

Modifiche che avrebbero dovuto spingere Sky a permettere agli utenti di recedere gratuitamente dal pacchetto Calcio, il cui costo dell’abbonamento per i già clienti è invece rimasto invariato. Almeno secondo quanto ha sancito l’Agcom. Dal canto suo Sky “ritiene di aver agito conformemente alla normativa e confida che la correttezza del proprio operato emergerà da un esame più approfondito in sede di ricorso dinanzi al Tar”.

E c’è anche la multa per bollette a 28 giorni

L’Agcom ha inferto una sanzione di un milione di euro all’emittente satellitare nell’ambito delle verifiche svolte sul ripristino della periodicità della fatturazione e dei costi dell’abbonamento ai servizi su base mensile.

A partire dal mese di marzo 2018 – si legge nella delibera – l’autorità ha ricevuto diverse segnalazioni da parte di utenti che hanno lamentato la mancata trasparenza delle informative rese da Sky, nonché il mancato riconoscimento del corrispondente diritto di recesso, con conseguente addebito di penali e costi di disattivazione, incluso il recupero degli eventuali sconti fruiti.

Sky ha annunciato di ricorrere al Tar contro la sanzione e ha ricordato “di essersi limitata, ormai un anno fa, a riparametrare il corrispettivo dell’abbonamento annuale, rimasto invariato, in 12 ratei mensili anziché in 13 ratei quadri-settimanali, come imposto dalla legge 172/2017, a decorrere dal 5 aprile 2018″. La società satellitare ha anche spiegato di aver agito conformemente alla normativa e che confida che la correttezza del proprio operato emergerà da un esame più approfondito in sede di ricorso.

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