Per ora (17.21 del 20 ottobre) non ci sono modifiche sostanziali ai risultati di ricerca di Google. Ma i bene informati ne sono sicuri: è arrivato Penguin 3.0, l’ultimo aggiornamento della macchina infernale che regola le nostre ricerche Google, dandoci tutte le informazioni che cerchiamo in tempo reale.
A cosa serve l’upgrade
Storiacamente, Google migliora costantemente il proprio algoritmo. Molto tempo è passato, infatti, dalla tesi di dottorato di Sergei Brin e Larry Page. Allora, bastava fare qualche schema di link e l’algoritmo era contento. Negli ultimi anni, però, il mondo Google è evoluto tantissimo, mantenendo, certo l’importanza dei link ma analizzando il comportamenteo degli utenti e, soprattutto, tutta una serie di parametri che decidono quali siano i contenuti di qualità e quali no. E Penguin 3.0 è l’ultima versione del software che era stato aggiornato, l’ultima volta, nel 2012.
Cosa cambia realmente?
Al momento, molto poco. Moz fa notare che ci sono delle dluttuazioni anonime nei report. E’ vero che Google aveva già aggiornato alcune parti del suo motore di ricerca. Per esempio, Google aveva cominciato a combatere i contenuti di scarsa qualità con Panda. Poi, Penguin, nelle varie versioni, è servito a migliorare la ricerca, combattendo lo spam. Comunqe, per evitare di essere penalizzati, conviene fare una e una cosa sola:
Tenete il vostro sito in ordine
Per evitare che il sito Internet venga penalizzato, infatti, bisogna tenere sott’occhio il nostro sito, cercando di pensare soprattutto all’utente. Google cambia continuamente. Quello che non deve camniare è il nostro buon senso e, come ricorda sempre Davie “TagliaErbe” Pozzi, bisogna tenere sempre l’utente al centro. Qualsiasi cosa succeda, è lui a decidere quello che ha successo o no. E ha in mano un’arma molto più potente del telecomando: il tasto backward del browser. Qualsiasi cosa succeda, non crediamo che Google smetterà di leggere i tempi di ribalzo e quanti utenti ritornano sulla pagina di ricerca dopo essere fuggiti da un sito.
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