L’acquisizione di Shazam da parte di Apple finisce nel mirino della commissione europea. In seguito della richiesta di Austria, Francia, Islanda, Italia, Norvegia, Spagna e Svezia, l’organismo comunitario ha deciso di aprire un fascicolo. La Commissione – ha messo nero su bianco – teme che l’operazione possa avere una incidenza negativa sulla concorrenza all’interno dello Spazio economico europeo. La proposta di acquisizione di Shazam, l’app di riconoscimento musicale, non raggiunge le soglie di fatturato fissate dal regolamento europeo sulle fusioni. Apple ha notificato l’acquisizione solo in Austria, dove l’operazione tocca la soglia nazionale prevista per la notifica.
L’Austria, invocando il regolamento europeo sulle concentrazioni, ha chiesto alla Commissione di intervenire e al suo appello si sono poi unite alla richiesta sei altre nazioni, tra cui l’Italia. Dalla sua fondazione nel 1999, Shazam propone una soluzione innovativa per l’ascolto di musica. L’app è stata una delle prime a essere disponibile sull’App Store già nel 2008, ma esisteva da prima. Nel 2002 bastava digitare “2580” sul telefono e tenerlo vicino alla musica: gli utenti ricevevano un messaggio in cui c’erano indicazioni sul titolo della canzone e il nome dell’artista. Poi è stata ampliata per consentire di cercare programmi tv, informazioni e offerte sulla pubblicità.
La multinazionale di Cupertino, che in precedenza aveva rivoluzionato la musica online con iTunes, nel 2015 ha lanciato Apple Music offrendo un ascolto on demand illimitato. Gli obiettivi? Prima di tutto una maggiore integrazione con Apple Music, per offrire servizi aggiuntivi sulla piattaforma di casa. Si attende poi una maggiore integrazione anche con Siri, l’assistente digitale dei sistemi operativi Apple. E c’è poi una terza motivazione: se l’azienda mela morsicata decidesse di spegnere l’app (mantenendo in vita la sua tecnologia sotto le insegne di Apple) priverebbe il concorrente Spotify degli accessi che arrivano sulla piattaforma passando da Shazam. Una mossa che potrebbe valere qualche centinaia di migliaia di accessi al giorno.
Il punto è che non c’è solo Apple a muoversi su questo mercato con la mega acquisizione di Shazam (la cifra dovrebbe aggirarsi intorno a 400 milioni di dollari) nonostante avesse già in dote iTunes e Apple Music. In prima fila c’è pure Google. YouTube, la piattaforma di condivisione video, si prepara infatti a lanciare un servizio di musica in streaming a marzo per competere con Spotify e Apple. Il servizio si chiamerebbe Remix e sembra includere non solo musica ma anche video.