Amazon sbarca in Friuli Venezia Giulia. Il colosso di Jeff Bezos ha annunciato infatti l’apertura di un nuovo deposito di smistamento a Fiume Veneto, in provincia di Pordenone. La struttura da 4.500 metri quadrati, si legge in una nota, sarà operativa nei prossimi mesi e creerà un centinaio di posti di lavoro a tempo indeterminato nei prossimi anni. Amazon lavorerà con diversi fornitori locali di servizi di consegna, continuando a investire nella rete di trasporti e in altre innovative soluzioni per espandere la propria capacità di consegna e velocizzare le spedizioni per i clienti.

Nei giorni scorsi Amazon aveva già annunciato le aperture di altri tre depositi di smistamento situati ad Arzano, in provincia di Napoli, a Roma (zona Settecamini) e a Verona.

Amazon, le strategie

Nei giorni scorsi Amazon ha presentato il suo primo deposito di smistamento nel Mezzogiorno. Sorge nel comune di Arzano, a pochi chilometri da Napoli, si sviluppa su una superficie coperta di 13.000 metri quadri e una volta operativo porterà alla creazione di una trentina di posti di lavoro a tempo indeterminato. Più significative le ricadute sull’indotto perché si prevede che i fornitori di servizi di consegna assumeranno oltre 150 autisti a tempo indeterminato.

Dopo vent’anni di vendite online, Amazon scende nelle strade, quelle in cui aprirà decine di supermercati nelle maggiori città americane. Il primo negozio di prodotti alimentari verrà inaugurato a Los Angeles entro il 2019. Ma trattative sono in corso anche a San Francisco, Seattle, Chicago, Washington e Philadelphia. La nuova catena di Amazon sarebbe distinta da Whole Foods Market, che il gruppo guidato da Jeff Bezos ha acquisito. Non è ancora chiaro se i supermercati si chiameranno Amazon. L’azienda di commercio elettronico pensa al Midwest e punta a un nuovo target: i clienti a basso reddito.

Amazon taglia anche centinaia di posti di lavoro nel suo quartier generale di Seattle. Le riduzioni sono derubricate come una semplice riorganizzazione del lavoro: i tagli riguardano infatti la divisione consumer retail e arrivano mentre il colosso di Jeff Bezos continua ad assumere in altre aree, soprattutto quelle legate ad Alexa. Gli esuberi sono in ogni caso un numero ridotto per Amazon che, alla fine dello scorso anno, contava su 566.000 dipendenti, il 66% in più rispetto all’anno precedente, grazie soprattutto all’acquisizione di Whole Foods.

I licenziamenti sarebbero in parte legati all’avanzata dell’automazione, con i robot e i computer che prendono il posto degli esseri umani anche per effettuare previsioni sulla domanda di nuovi prodotti e trattare sui prezzi.

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