Alibaba Group prosegue la corsa nell’e-commerce e prepara la svolta glocal:scommette su Italia e sue Pmi, al centro delle strategie di AliExpress, la piattaforma retail che permette aiconsumatori nel mondo di acquistare direttamente in Cina da produttori e distributori. Wang Mingqiang, direttore generale di AliExpress,non ha dubbi sulla scelta e dice di aver avuto una grande impressione del Belpaese e del made in Italy, grazie alla miscela unica di diversità di aziende e prodotti, di tradizione e innovazione e sostiene che «per i prossimi 5-10 anni faremo dell’Italia il Paese principale di riferimento per la vendita in Italia, Europa e mondo, generando volumi di miliardi di euro o dollari. Convinti che l’Italia abbia il potenziale». A fine marzo è in programma il lancio formale della piattaforma in Italia per venditori italiani con l’ambizione di sostenere la loro proiezione globale.

Il tutto avviene in un contesto in cui continua a crescere la diffusione delle tecnologie Ict nel nostro Paese anche se rimane un gap rilevante rispetto all’Ue sia per le imprese sia per i cittadini. L’Istat fotografa così la situazione dell’Italia, evidenziando come ancora un quarto delle famiglie sia ancora senza accesso a Internet, più di una famiglia su due non ce l’ha perché non sa usarlo e, per quanto riguarda le imprese, restano ancora carenti le professionalità Ict e si evidenzia un ampio divario tra grandi e piccole aziende. Rispetto al 2017, si legge nel Report “Cittadini, imprese e Ict”, la quota di famiglie che dispone di un accesso Internet da casa è passata dal 71,7% al 75,1%.

Tra le famiglie resta un forte divario digitale da ricondurre soprattutto a fattori generazionali e culturali: le più connesse sono quelle in cui è presente almeno un minore, le meno connesse sono quelle con soltanto ultrasessantacinquenni. E fa ancora discutere la scoperta del mega archivio con e-mail e password rubate per un totale di 773 milioni di indirizzi e oltre 21 milioni di parole chiave.

«Propendo più per l’ipotesi del maxi archivio che riunisce i dati di vecchi furti, piuttosto che per quella di un grande e nuovo furto. Ma non è tranquillizzante nessuna delle due ipotesi, consiglio agli utenti di cambiare subito password»: è il parere di Gabriele Faggioli, responsabile dell’Osservatorio Information e Privacy del Politecnico di Milano e Ceo della società di sicurezza P4I, a proposito di Collection #1, il grande archivio che contiene oltre 770 milioni di email e 22 milioni di password rubate e messe in chiaro online.

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