Nello scorso anno sono nate in Italia poco meno di 7.000 startup innovative, per intenderci quelle che hanno le caratteristiche per poter accedere ai benefici pubblici varati con il decreto crescita 2.0 e poi annualmente aggiornati. Il 41% di questo piccolo esercito di nuove imprese d’avanguardia è concentrato verso i servizi di informatica e di software. Certo, l’innovazione non è e non deve essere prerogativa del mondo ICT, ma è un sistema trasversale. Infatti il 27% di queste startup è rivolto a servizi di ricerca, attività professionali e tecniche; il 18% si rivolge al settore industriale e delle costruzioni; il 5% al commercio; il 7% ad altri servizi alle imprese; il 2% a tutto il resto del mondo dell’impresa.

Una conferma per la necessità e l’opportunità dell’innovazione in tutti i settori produttivi. Ma è altrettanto evidente una frontiera speciale nell’ICT. Le startup innovative spesso si manifestano nei segmenti dell’intelligenza artificiale, nell’Internet delle cose e nello sviluppo di ogni nuova programmazione digitale. In questo contesto, Mie Ishii, imprenditrice giapponese che vive in Italia, ha creato una startup per valorizzare commercialmente le piccole e medie imprese d’eccellenza italiane e giapponesi, un social business network, www.worldbizmeeting.com. Da oltre vent’anni in Italia, un passato da PR e giornalista a Tokyo e studi negli Stati Uniti, Mie Ishii, ideatrice e presidente di Word Biz Meeting SRL, nel 2015 realizza che le piccole e medie imprese italiane e giapponesi, portatrici di antichi saperi, grande spirito d’innovazione e prodotti di eccellenza, hanno una matrice comune nel saper creare, e una criticità comune nel non riuscire a emergere al di fuori del proprio contesto.

«Due anni fa ho iniziato a concretizzare un’idea che avevo da tempo: non ha senso che tanta bellezza e qualità abbiano dei limiti e non siano conosciute e comprese – ribadisce Mie Ishii – le piccole medie imprese in Italia e Giappone sono più simili di quanto si pensi e in entrambi gli scenari, sono quasi esclusivamente concentrate sulla produzione, piuttosto che ampliare la rete di vendita. Vanno aiutate consentendo loro di esser nel mondo, restando a casa. In questo le nuove tecnologie aiutano, ma il nostro worldbizmeeting.com non è solamente un sito Internet: dietro lo schermo del computer ci sono persone reali che si muovono nel mondo reale per far conoscere attivamente i prodotti e servizi delle PMI presenti sul nostro portale». 

Per Hiroto Kobayashi direttore generale di Jetro – Japan External Trade Organizzation, l’ente presente in 55 paesi nel mondo per promuovere l’export, «i giapponesi stanno mostrando un enorme interesse per il mercato italiano. Allo stesso tempo anche in Italia stiamo assistendo al cosiddetto Washoku Boom, un trend che rileva quanto la nostra cucina sia popolare nel vostro Paese». La neonata World Biz Meeting punta a supportare attraverso il proprio sito almeno un centinaio di aziende, italiane e giapponesi, nel corso del biennio 2017-2018, raccogliendo impreditori dalle 48 prefetture giapponesi e 20 regioni italiane.

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