Spiegato il motivo per cui Apple è crollata in Borsa: il calo di iPhone in Cina ha spinto al ribasso le vendite della società e le sue future stime di ricavo, a tal punto da farla arrivare a perdere a Wall Street il 10%. Cupertino per i 3 mesi che si sono chiusi il 29 dicembre (il trimestre del Black Friday e del Natale) stima ricavi per 84 miliardi di dollari, ben al di sotto dei 91 attesi dagli analisti e soprattutto degli 89-93 miliardi stimati in precedenza dall’azienda. Un calo di circa 9 miliardi di dollari che ha provocato l’immediata reazione del titolo in Borsa.
Cupertino spiega la revisione con il rallentamento dell’economia cinese, penalizzata anche dalla guerra dei dazi di Donald Trump, e la debole domanda di iPhone nel Paese. «La debolezza economica in alcuni Paesi emergenti – ha spiegato in una nota il gruppo di Tim Cook – si è rivelata più rilevante di quanto avevamo previsto». Riferendosi alla Cina, in particolare, l’economia «ha iniziato a rallentare nella seconda metà del 2018», mentre la crescita del Pil è stata la seconda più bassa nella storia degli ultimi 25 anni. Nella lettera si legge poi che la messa in vendita a settembre del 2018 dei modelli iPhone XS e iPhone XR, a un solo anno dall’introduzione di iPhone X, ha influito sulle minori vendite perché meno persone hanno deciso di passare ai nuovi dispositivi in un tempo così breve.
Più di un motivo all’origine delle perdite Apple: il principale va ricercato appunto nelle nuove tensioni Stati Uniti-Cina sul fronte commerciale. E se il crollo di Cupertino ha pesato in una sorta di effetto domino anche sulle Borse europee, con l’eccezione di Milano e Londra, sul piano delle vendite il ceo Cook prevede invece in molte altre aree del pianeta ricavi record. Non solo negli Usa, in Canada e in Corea del Sud, ma anche in territorio europeo e specialmente in Germania, Italia, Spagna e Olanda, dove «non ci sono mai stati così tanti dispositivi in uso e ciò è una prova della fedeltà, della soddisfazione e del coinvolgimento dei nostri clienti».
L’annuncio a sorpresa di Apple arriva come un’ulteriore conferma dei peggiori timori degli investitori: il taglio delle stime di Cupertino certifica la frenata del Dragone cinese che risente delle tensioni commerciali con gli Usa e lascia intravedere un effetto a macchia d’olio sia sulle aziende sia sull’economia globale. Lo ammette anche la Casa Bianca con Kevin Hassett, il presidente del consiglio degli advisor economici. «Non sarà solo Apple. Molte altre aziende americane che realizzano vendite in Cina» saranno costrette e rivedere al ribasso le loro stime.