La Commissione europea ha aperto un’indagine sulla proposta di acquisizione di Shazam da parte di Apple. L’organismo comunitario teme che, in seguito alla acquisizione di Shazam, Apple si trovi a disporre di dati commercialmente sensibili relativi ai clienti dei suoi (ex) rivali, per quanto riguarda la fornitura di servizi di streaming musicale nello spazio economico europeo. Dati che, si legge in una nota, potrebbero permetterle di puntare direttamente su questi utenti, incoraggiandoli a passare al suo servizio Apple Music. Bruxelles si è mossa dopo una lettera di Austria, Francia, Islanda, Italia, Norvegia, Spagna e Svezia. Il verdetto entro l’inizio di settembre.

La Commissione teme che l’operazione possa avere una incidenza negativa sulla concorrenza all’interno dello Spazio economico europeo. La proposta di acquisizione di Shazam, l’app di riconoscimento musicale, non raggiunge le soglie di fatturato fissate dal regolamento europeo sulle fusioni. Apple ha notificato l’acquisizione solo in Austria, dove l’operazione tocca la soglia nazionale prevista per la notifica. L’Austria, invocando il regolamento europeo sulle concentrazioni, ha chiesto alla Commissione di intervenire e al suo appello si sono poi unite alla richiesta sei altre nazioni, tra cui l’Italia. Dalla sua fondazione nel 1999, Shazam propone una soluzione innovativa per l’ascolto di musica.

L’app è stata una delle prime a essere disponibile sull’App Store già nel 2008, ma esisteva da prima. Nel 2002 bastava digitare “2580” sul telefono e tenerlo vicino alla musica: gli utenti ricevevano un messaggio in cui c’erano indicazioni sul titolo della canzone e il nome dell’artista. Poi è stata ampliata per consentire di cercare programmi tv, informazioni e offerte sulla pubblicità. La multinazionale di Cupertino, che in precedenza aveva rivoluzionato la musica online con iTunes, nel 2015 ha lanciato Apple Music offrendo un ascolto on demand illimitato. Ma non c’è solo Apple a muoversi su questo mercato con la mega acquisizione di Shazam. YouTube, la piattaforma di condivisione video, si prepara infatti a lanciare un servizio di musica in streaming a marzo per competere con Spotify e Apple.

Giovani-Editori: Cook entra nel Consiglio

I questo contesto di costante attesa per la società di Cupertino, il suo ceo, Tim Cook, entra nell’International Advisory Council che dirige l’Osservatorio Permanente Giovani-Editori, presieduto da Andrea Ceccherini. «Noi alla Apple siamo impegnati a sostenere e difendere il giornalismo di qualità, essenziale per una società libera», dice Cook in una nota. «Sarà una straordinaria fonte di ispirazione per tutti noi – è invece il commento di Ceccherini –. Con lui abbiamo una visione comune».

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