Gli utenti dell’assistente digitale Alexa di Amazon possono chiedere che le registrazioni dei comandi vocali siano eliminate automaticamente. Si tratta di una svolta di un certo peso considerando le preoccupazioni sollevate in materia di privacy. Secondo gli esperti, le registrazioni potrebbero finire nelle mani sbagliate, soprattutto perché Amazon e altre società usano revisori umani e non si basano solo su complessi algoritmi. E poco conta che Amazon afferma di salvare i comandi vocali per migliorare il servizio.

Alexa, eliminare manualmente le registrazioni

Fino a questo momento agli utenti viene concessa la possibilità di accedere alle impostazioni di Alexa ed eliminare manualmente le registrazioni. La novità è l’opzione dell’eliminazione automatica delle registrazioni dopo 3 o 18 mesi. Devono specificarlo nelle impostazioni poiché le registrazioni sono mantenute di default a tempo indeterminato.

Non esiste al momento un’opzione automatica per la cancellazione immediata con gli utenti che possono procedere solo manualmente. Le aziende tecnologiche hanno rivisto le loro pratiche alla luce delle preoccupazioni sulla privacy. C’è maggiore attenzione da quando è emersa la presenza di dipendenti legalmente coinvolti nell’ascolto della registrazione con l’obiettivo di migliorare il servizio.

La prima versione di Alexa risale ormai a quattro anni fa, ma solo adesso mostra tutte le sue potenzialità grazie all’implementazione negli smart speaker Echo. Adesso è diventato un punto fermo sia come assistente integrato di TV e smart speaker e sia per la gestione di tutti quei device compatibili con Alexa, che li controlla con una delle sue Skill.

Provando a dare uno sguardo alla concorrenza, punto di forza di Google Assistant è senza dubbio la possibilità di fare riferimento all’ampio ecosistema proposto dalla società di Mountain View che sfrutta e con cui si integra. La diffusione è pressoché inarrestabile, tenendo conto che Google Assistant trova spazio negli smartphone e nei tablet equipaggiati con sistema operativi Android, nelle varie versione degli smart speaker di BigG, disponibili anche in Italia, e perfino in altri prodotti hi-tech di aziende terze che hanno implementato i comandi vocali.

Siri è quindi diventato un punto fermo dei dispositivi mobile dell’azienda di Cupertino e di recente ha fatto la sua comparsa anche sulla piattaforma Homekit. Un passaggio che permette a Siri di inserirsi nel contesto della domotica e di diventare parte integrante delle smart home.

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