I social catturano più tempo rispetto alle trasmissioni tv. Secondo un’indagine di GlobalWebIndex condotta su 350mila persone di diversi paesi del mondo di età compresa tra i 16 e i 64 anni, gli utenti di Internet passano sulle piattaforme social 20 minuti in più al giorno rispetto alla televisione live. Per i giovanissimi, il divario si allarga a un’ora e mezza. Sempre più utenti web dedicano più momenti della loro giornata ai social – si legge nel rapporto – e più i video decollano più le piattaforme social somiglieranno alla tv. E ancora: sebbene la natura dell’impegno sui social media differisca dal tipo di visualizzazione e coinvolgimento della tv, sempre più utenti dedicano più momenti della loro giornata ai social.

Per cosa si usano i social

E più i video decollano più questi social colgono l’opportunità di muoversi nel mondo della tv. L’utilizzo dei social media per avere notizie (40% degli utenti in media) sta raggiungendo quello che era lo scopo originario di questi siti ovvero restare in contatto con i propri amici (41%). Solo più in basso, svela la ricerca, ci sono altri motivazioni, come la ricerca di prodotti da comprare (30%), il desiderio di condividere le proprie opinioni (29%) e la ricerca di occasioni di incontro con nuove persone (27%). Per i più giovani, tra 16 e 24 anni, i social media sono soprattutto un modo per riempire il tempo libero. Lo dice quasi uno su due.

Un social network vive sulle persone. Se queste non si fidano più, il servizio cessa di esistere. Per questa ragione, Mark Zuckerberg, il celebre fondatore di Facebook, ha preso di petto la questione dello scandalo sulla privacy inserendo modifiche importanti nella sua piattaforma. Per esempio, cancellare la propria iscrizione era un’operazione possibile, ma non proprio immediata. Ora, invece, la troviamo nella pagina delle Impostazioni alla voce Le tue informazioni su Facebook.

Facebook consegna una maxi-memoria

Facebook ha consegnato ai legislatori americani oltre 450 pagine in cui il social network travolto lo scorso marzo dallo scandalo Cambridge Analytica ha risposto alle loro duemila e più domande. Ancora una volta, il gruppo di Menlo Park ha respinto la tesi secondo cui è un monopolio. Rispetto al debutto del ceo al Congresso, avvenuto ad aprile, Facebook ha impiegato due mesi per mettere a punto i documenti, secondo il Wall Street Journal a trattati evasivi e privi di contenuti significativi. In risposta alla tesi secondo cui non ha veri rivali, il colosso tech ha spiegato che nella Silicon Valley e in giro per il mondo, nuove app social emergono in ogni momento e che in questo spazio, c’è tanta scelta, innovazione e attività, con nuovi competitor in arrivo in ogni momento.

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