Un sequestro di tale portata fa discutere (sui social e non solo) per più motivi. Innanzitutto per l’ingente quantità di pesce per la preparazione di sushi e sashimi attorno a cui la Guardia costiera di Catania ha messo i sigilli: 500 chilogrammi tra gamberi, pesce spada, polpi, salmone, tonno della qualità pinna gialla. In seconda battuta per il coinvolgimento di alcuni dei più noti ristoranti sushi della città etnea. Quindi per le condizioni in cui questa mezza tonnellata di pesce è stata trovata. Anche se spacciati per freschi, erano quasi sempre surgelati (se non scongelati e ricongelati per poi essere serviti crudi), di pessima qualità se non scaduti, carichi di solfiti per rallentare il processo di annerimento. Ai militari della Guardia Costiera, oltre al sequestro dei prodotti, non è rimasto altro da fare che comminare multe e denunciare i titolare dei ristoranti per frode in commercio.

In ogni caso, l’attività dell’Unita di Polizia Marittima e Controllo del Territorio della Guardia Costiera di Catania rientra tra i controlli e le ispezioni nel settore della ristorazione, condotte su scala nazionale, con particolare attenzione alla cucina etnica dove questi tipi di frode sono particolarmente avvertiti.

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