Scade lunedì 18 giugno 2018 il termine per pagare la prima rata di Imu e Tasi. Si tratta dell’Imposta municipale propria, di natura patrimoniale, dovuta dal possessore di immobili, escluse le prime case e dell’imposta sui servizi indivisibili, a carico sia del possessore che dell’utilizzatore dell’immobile (inquilino). Nessuno è escluso: significa che sia coloro che abitano nelle grandi città di Roma, Milano, Torino, Genova, Bologna, Palermo, Napoli e sia chi è possessore nei piccoli centri di un’abitazione diversa dalla prima, deve passare alla cassa. A parte c’è la tassa sui rifiuti (Tari), destinata a finanziare i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, a carico dell’utilizzatore, rispetto a cui le scadenze sono definite dai singoli comuni.
Chi paga e chi non paga. L’Imu 2018 è dovuta dai proprietari di fabbricati, di aree fabbricabili e di terreni agricoli situati nel territorio dello Stato. Sono esenti da Imu i terreni agricoli posseduti e condotti dai coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola. Anche i soggetti che dispongono di un bene immobile in base a un diritto reale di godimento, quale l’usufrutto, l’uso, l’abitazione, sono assoggettati all’imposta. Nel caso di immobili in affitto, è opportuno precisare che l’inquilino non è soggetto all’imposta ad alcun titolo, e quindi, su di lui non grava alcun obbligo. Anche nel caso molto diffuso di un immobile concesso in comodato gratuito a un familiare, è il proprietario che deve assolvere gli obblighi ai fini dell’Imu.
Beni assoggettati. Sono soggetti all’Imu 2018 i fabbricati, le aree fabbricabili e i terreni agricoli situati in Italia. È importante fare presente che gli immobili vengono coinvolti indipendentemente dall’uso a cui sono destinati.
Calcolo dell’imposta. L’ammontare dell’imposta si determina moltiplicando la base imponibile per l’aliquota stabilita dal Comune nel quale è situato l’immobile. L’imposta deve essere calcolata in proporzione alla quota e ai mesi di possesso dell’immobile. Nel caso dei mesi si considera mese intero il possesso protratto per almeno 15 giorni. Se il contribuente è proprietario di immobili situati in Comuni diversi, deve effettuare calcoli separati. L’Imu è versata in due rate: l’acconto entro il 18 giugno e il saldo entro il 18 dicembre. L’acconto è generalmente pari al 50% dell’imposta dovuta per l’anno precedente.
Aliquote. Anche per questo 2018, per l’Imu è prevista: un’aliquota base pari allo 0,76 per cento, modificabile dai Comuni, in aumento o in diminuzione, sino a 0,3 punti percentuali; un’aliquota ridotta pari allo 0,4 per cento per l’abitazione principale (se tassabile) e per le relative pertinenze,modificabili dai Comuni, in aumento o in diminuzione, sino a 0,2 punti percentuali.
Base imponibile. Per base imponibile si intende l’importo sul quale applicare l’aliquota dell’imposta. Per i fabbricati la base imponibile si ottiene moltiplicando la rendita catastale per un coefficiente importante ricordare che dal primo gennaio 1997 le rendite dei fabbricati sono state aumentate del 5%. Dallo scorso anno e dunque anche per il 2018, la base imponibile Imu è ridotta del 50% per le unità immobiliari concesse in comodato dal soggetto passivo ai parenti in linea retta entro il primo grado (figli o genitori) che le utilizzano come abitazione principale, a condizione che il contratto sia registrato.