Gli Stati Uniti hanno raggiunto un accordo con la compagnia cinese Zte, colosso delle telecomunicazioni, che pagherà una sanzione da 1 miliardo di dollari e cambierà i propri vertici entro 30 giorni. Zte, inoltre, verserà 400 milioni di dollari come deposito di garanzia. Lo ha annunciato il segretario al Commercio, Wilbur Ross, illustrando alla Cnbc le condizioni che consentiranno alla compagnia di tornare ad operare negli Stati Uniti. Zte, anche durante la presidenza di Barack Obama, è stata più volte sanzionata per aver venduto prodotti all’Iran e alla Corea del Nord. Inoltre, nelle inchieste in cui è stata coinvolta sul suolo americano, la compagnia ha mentito agli investigatori federali.
Secondo una stima di Bloomberg, a metà maggio, Zte aveva già subito perdite per 3 miliardi di dollari a causa del bando Usa. «Se commetteranno altre violazioni – ha detto Ross – oltre al miliardo di dollari verranno trattenuti anche i 400 milioni. E abbiamo ancora il potere per bloccare la società». Ross ha anche spiegato che prima della messa al bando della fornitura a Zte di componentistica americana, l’azienda aveva una capitalizzazione di 30 miliardi di dollari. Una decina di giorni fa, era stato il presidente Donald Trump, con una serie di tweet, ad anticipare che Zte avrebbe potuto «riaprire con garanzie di alti livelli di sicurezza nonché avvicendamenti nel management e nel board».