Non solo solo Bitcoin perché il mondo delle criptovalute è ben più ampio e in costante crescita. Dopo aver subito una perdita di 58 miliardi di yen – l’equivalente di 430 milioni di euro -, la piattaforma giapponese Coincheck, specializzata in criptovalute, afferma che potrebbe non essere in grado di rimborsare gli investitori. Il danno alla società fondata nel 2012 è stato perpetrato tramite un hackeraggio sulle monete digitali Nem nelle prime ore di venerdì, e scoperto solo 8 ore dopo l’incidente. I vertici hanno deciso così di bloccare tutte le contrattazioni sulle criptovalute, contribuendo al crollo delle quotazioni Nem sulle piattaforme di scambio fino al 15%.
Pur precisando di non aver ancora stabilito l’entità della perdita, Coincheck ha dichiarato che nel peggiore dei casi i clienti potrebbero non vedere rimborsati i loro asset. L’ultimo furto consistente di monete digitali – sempre a Tokyo – in questo caso di Bitcoin, era avvenuto nel 2014, ai danni di Mt Gox, con una perdita di 48 miliardi di yen.
In Giappone svaniti 430 milioni di euro
A distanza di quattro anni dall’ultima frode cybernetica un’altra piattaforma giapponese di criptovalute si proclama vittima di un hackeraggio, capace di spazzare via, nel corso di poche ore, 58 miliardi di yen, l’equivalente di 430 milioni di euro. Un trasferimento illecito di fondi che ha spinto Coincheck a sospendere tutte le contrattazioni sulle criptovalute, tranne quelle sul Bitcoin. Già disponibile sulle piattaforme di scambio dal marzo 2015, a seguito della notifica la Nem ha perso oltre il 15% del valore. Il presidente della società fondata nel 2012, Koichiro Wada, si è scusato ammettendo che la moneta virtuale cancellata dai registri informatici potrebbe essersi volatilizzata definitivamente.
Dopo ore un funzionario, ha confessato che con ogni probabilità la società non sarà in grado di risarcire i clienti. Wada ha spiegato che a differenza di Bitcoin, immagazzinate in formulari offline quando non ci sono transazioni in corso, per le oltre cinque milioni di monete Nem andate perdute non era prevista la stessa copertura. La compagnia non aveva potuto completare lo sviluppo della tecnologia necessaria alla gestione del sistema di scambio offline a causa della carenza di personale specializzato. Allo stadio attuale, ha aggiunto un altro dirigente di Coincheck, rimane in sospeso anche la riapertura della contrattazioni.
Jeff McDonald, vicepresidente della Fondazione Nem, con sede a Singapore, e tra i responsabili della creazione della piattaforma, ha detto su un video YouTube che l’ente sta lavorando con Coincheck per scoprire le cause della frode, sebbene si sia mantenuto vago sulla possibilità di un rimborso per gli investitori. Un’altra falla del sistema riguarda la necessaria registrazione alla Fsa, Agenzia nazionale dei servizi finanziari, come previsto dalla legge giapponese per tutte le piattaforme online. Coincheck aveva richiesto l’autorizzazione per operare ma il permesso era ancora al vaglio della Fsa.
Memori del raggiro del 2014, che ha riguardato a Tokyo la Mt Fox, con un valore di 48 miliardi di yen in Bitcoin volatilizzati, un gruppo di investitori si è radunato fuori dalla sede della società, nel quartiere centrale di Shibuya della capitale, sfidando il gelo e in cerca di chiarezza. Interrogativi a cui il governo di Tokyo, con una delle legislazioni più accomodanti al commercio online di criptovalute, dovrà presto trovare soluzione.