Dal 9 febbraio stop a tutti gli utenti italiani e richiesta di indicare di nuovo la data di nascita prima di continuare a utilizzare l’app. Una volta identificato un utente al di sotto dei 13 anni, il suo account verrà rimosso. TikTok farà un aggiornamento di tutti gli utilizzatori nel nostro Paese, per venire incontro alle richieste del Garante della Privacy che, dopo la tragedia della bimba di Palermo morta soffocata probabilmente a seguito di una sfida lanciata sul social network, aveva interdetto l’uso dei dati degli utenti per i quali non fosse stata accertata con sicurezza l’età.

Dunque un refresh totale, per provare a limitare l’uso della piattaforma basata sulla pubblicazione di brevi video, vista la sua grande popolarità tra i giovanissimi (due terzi degli utenti hanno meno di 24 anni). Non sarà l’unica misura in campo, perché il problema di fondo è trovare una modalità per certificare realmente l’età senza incappare in violazioni della privacy. Dopo questa prima verifica, dunque, la società cinese si è impegnata a valutare l’uso di sistemi di intelligenza artificiale per verificare l’età, avviando un confronto con l’Autorità privacy dell’Irlanda, Paese nel quale la piattaforma ha fissato il proprio stabilimento principale.

TikTok, la pronuncia del Garante

Il Garante della Privacy era intervenuto duramente nei confronti di TikTok con un provvedimento che ha bloccato gli account degli utenti la cui età anagrafica non è accertata con sicurezza. Per riuscirci, ha vietato a TikTok il trattamento dei dati personali di tutti gli utenti italiani che non abbiano almeno 13 anni, dimostrabile con certezza.

Sfide social anche via WhatsApp

Punizioni corporali, per gioco fino al suicidio. Grazie alla denuncia di una tredicenne, la polizia ha salvato un coetaneo da questa pericolosa variante del Challenge Online, le competizioni social diventate tristemente famose perché, in alcuni casi, persino mortali. “Riconoscere le fragilità e poter agire per tempo è la grande sfida”, è l’allarme di Ciro Cascone, procuratore dei minori di Milano, subito informato della vicenda.

I due tredicenni, lei della provincia di Cuneo, lui di quella di Varese, si sono conosciuti in una chat di WhatsApp dedicata ai fumetti Manga. Poi lui ha lanciato la sfida: domande, le cui risposte gli avrebbero causato punizioni corporali. Fino al suicidio. Se l’amica virtuale non avesse accettato, alle 14 del giorno dopo si sarebbe ucciso. La giovane ha avvertito la madre e la Polizia Postale è risalita alla famiglia dell’adolescente.

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