Avevano annunciato una guerra senza esclusioni di colpi e così è stato. Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ha ottenuto da Telegram la rimozione di sette canali segnalati dalla Federazione italiana editori giornali in violazione delle norme sul diritto d’autore. In buona sostanza proponevano quotidiani e riviste in formato digitale da leggere in maniera totalmente gratuita.

Il pugno è duro fino in fondo con l’Autorità che ha annunciato il coinvolgimento della Polizia postale e alla Guardia di finanza affinché perseguano gli utenti che caricano e condividono su Telegram o comunque su software che offrono la stessa opportunità, le copie dei giornali. Di più: segnalerà a Google e Apple di tener conto dell’utilizzo in Italia dell’app Telegram, scaricata sui rispettivi market virtuali ovvero Google Play e Apple Store

Lotta alla pirateria digitale, chiusi 7 canali Telegram

Degli 8 canali segnalati dalla Federazione italiana editori giornali, solo uno si è salvato. Come spiegato da Agcom, c’è piena consapevolezza del carattere illecito della diffusione delle edizioni digitali di quotidiani e riviste sui canali Telegram e del danno che ciò arreca all’industria editoriale ovvero al pluralismo dell’informazione e al giornalismo di qualità. Agcom sottolinea che i suoi interventi devono svolgersi nell’ambito e nei limiti del regolamento stesso, conforme alle leggi dello Stato e alla normativa europea.

Tradotto in termini pratici, se la violazione avviene sui canali di un sito fuori dal territorio nazionale, come nel caso di Telegram, una delle app più utilizzate per la messaggistica istantanea, Agcom deve rivolgersi ai provider italiani che forniscono l’accesso al web, ordinando la disabilitazione dell’accesso all’intero sito. Non può invece pretendere la rimozione selettiva dei soli contenuti illeciti, in quanto comporterebbe l’impiego di tecniche di filtraggio che la Corte di giustizia europea ha giudicato incompatibili con il diritto dell’Unione europee.

Di conseguenza per via delle disposizioni comunitarie, la disabilitazione dell’accesso alla piattaforma deve rispondere a criteri di proporzionalità. La Federazione italiana editori giornali aveva chiesto il blocco di tutti i canali Telegram. Secondo il presidente degli editori, Andrea Riffeser Monti, è sul fenomeno nel suo complesso che bisogna intervenire con decisione con provvedimenti che abbiamo effetti durati e superando i limiti indicati dalla stessa Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

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