Da oggi scatta la rivoluzione della fine del geoblocking: sarà possibile fare acquisti online in tutti i Paesi dell’Unione europea senza essere più bloccati perché non si risiede nello stato del venditore o perché si effettua il pagamento con una carta bancaria straniera. Non solo: i siti che hanno più versioni a seconda del Paese, come per esempio i grandi gruppi di noleggio auto tipo Herz o Avis, le agenzie di viaggi online tipo Opodo o Expedia, ma anche i rivenditori di biglietti di concerti o dei parchi di attrazioni stile Disneyland, non potranno più reindirizzare i clienti né rifiutarsi di vendere le offerte promozionali presenti su una delle loro pagine nazionali a persone che si collegano da altri Paesi.

Fine del geoblocking

È l’effetto dell’entrata in vigore il 3 dicembre delle nuove regole europee che vietano la pratica dei blocchi geografici nelle vendite online. Il passaggio è di quelli storici e a beneficiarne sono sia i consumatori e sia le piattaforme che vendono beni e servizi sul web. I primi possono acquistare anche dai portali stranieri alle stesse condizioni di quelle presenti nelle versioni italiane ovvero senza costi extra. I secondi possono allargare il loro giro d’affari, mantenendo la facoltà di negare la transazione. Insomma, l’Europa abbatte le barriere tra i Paesi membri e rende più facili gli acquisti online. Il caso più comune è quello di Amazon: è mai capitato di aver tentato l’acquisto su Amazon Francia o Amazon Regno Unito per poi essere rispediti alla versione italiana?

Ebbene, questa operazione non è più consentita. Dal punto di vista tecnico si tratta dello stop al geoblocking ovvero a quella procedura che devia gli acquirenti verso altri siti a causa della nazionalità. Gli acquisti transfrontalieri avverranno a parità di condizioni. Ma non tutti perché le nuove norme interessano hotel, noleggio auto, biglietti sportivi e concerti. Esclusi dal provvedimento piattaforme come Spotify, Netflix o il calcio in pay tv. E sono poi tenuti fuori tutti quei beni e servizi protetti dalle norme sul diritto d’autore, come l’ascolto di musica o la visione di un film o di una serie tv. Disco verde per gli hosting, il cloud, i siti Internet e i servizi di firewall. A pesare potrebbe essere però la logistica delle consegne.

Uno studio elaborato a livello europeo stima in 415 miliardi di euro l’anno e migliaia di nuovi posti di lavoro in tutto il Vecchio Continente. Dati alla mano ovvero in base alle rilevazioni utilizzate dal Parlamento europeo, ammonta al 63 per cento la quota dei siti web europei che bloccano gli acquisti dei clienti da altri Paesi dell’Unione europea.

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