L’antitrust dell’Unione europea sta continuano a esaminare il modo in cui Google e Facebook utilizzano i dati degli utenti. In particolare quelli relativi a business e advertising online. La commissione europea ha dichiarato di aver avviato alcune indagini preliminari sul modo in cui i due colossi raccolgono, elaborano, utilizzano e monetizzano dati per fini pubblicitari. Entrambe le aziende avrebbero impiegato le informazioni acquisite sugli utenti per costruire attività pubblicitarie che generano entrate per centinaia di miliardi di dollari.
Margrethe Vestager, il commissario europeo per la concorrenza, ha espresso preoccupazione sul possibile uso distorto degli archivi di dati da parte delle grandi multinazionali hi-tech. Da parte suo, il colosso di Mountain View ha commentato affermando come l’utilizzo delle informazioni abbia come fine il miglioramento delle qualità dei servizi offerti e che gli utenti hanno sempre la possibilità di gestire, cancellare o trasferire i propri dati.
Facebook sotto esame
Già a luglio, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha dichiarato di aver avviato un’ampia indagine sulle principali società di tecnologia digitale, concentrandosi sul fatto che si impegnino in pratiche anticoncorrenziali. L’inchiesta dovrebbe riguardare Google, Amazon e Facebook e forse anche Apple. Separatamente, la Federal Trade Commission, che applica anche le leggi antitrust, sta anche indagando su Amazon e Facebook per determinare se hanno rispettivamente abusato del loro enorme potere di mercato al dettaglio e sui social media.
Intanto Facebook ha già subito un duro colpo. Ma al di là dell’ingente impatto economico, le preoccupazioni sono indirizzate sulla perdita di immagine della società statunitense. La vicenda per cui la Federal Trade Commission ha annunciato un accordo è nota da tempo e riguarda lo scandalo Cambridge Analytica che nel 2018 ha travolto la compagnia. La multa da 5 miliardi di dollari proietta Facebook al centro dell’attenzione mediatica, anche perché si tratta del più grande importo mai imposto dalla FTC a un’azienda tecnologica.
I motivi alla base si questa stangata vanno ricercati nella presunta violazione delle norme sulla privacy dei dati sugli utenti, una materia da trattare con estrema cautela. Da allora la società di Menlo Park ha compiuto molti passi in avanti, migliorando il sistema del trattamento dei dati degli iscritti e adottando maggiori precauzioni, ma il progresso pesa come un macigno. Federal Trade Commission ha iniziato a indagare su Facebook nel marzo 2018 in seguito alle segnalazioni sul comportamento della società di consulenza politica Cambridge Analytica che avrebbe consultato i dati di 87 milioni di utenti di Facebook.