Partita con il primo, spettacolare, lancio notturno del razzo riutilizzabile Falcon Heavy della Space X, la vela solare LightSail 2 è nello spazio, dove dovrà testare la propulsione basata sulla luce del Sole. Il rombo dei 27 motori Merlin del lanciatore ha prodotto un boato che si è diffuso nella base di Cape Canaveral, in Florida, mentre il razzo balenava alto nel cielo prima di iniziare il suo arco sull’Oceano Atlantico.
Il Falcon Heavy, al suo terzo lancio, ha portato in orbita anche un carico di 24 piccoli satelliti. Dopo questo spettacolare lancio, la squadra di volo è pronta a far funzionare LightSail 2, ha rilevato David Spencer, della Planetary Society, l’organizzazione americana che ha ideato il progetto, finanziandolo attraverso il crowdfunding.
Uno spettacolare lancio dalla base in Florida
Il lancio ha prodotto vibrazioni fortissime al suolo, che hanno ricordato quelle dello Shuttle alla folla riunita a Cape Canaveral. Lo show è proseguito anche dopo la partenza, quandoi due razzi laterali sono ritornati alla base con un atterraggio verticale che ha entusiasmato il pubblico. Peccato che il nucleo centrale del razzo abbia mancato l’atterraggio sulla piattaforma robotica al largo delle coste della Florida, ma l’azienda di Elon Musk lo aveva messo in conto.
Alla vigilia del lancio la SpaceX aveva sottolineato più volte che l’atterraggio del razzo centrale sarebbe stato il più difficile mai tentato dall’azienda in quanto questa missione ha richiesto velocità più elevate delle precedenti. Per lo stesso motivo è slittato di tre ore ancheil lancio. A rendere particolarmente impegnativa la missione è stato il complicato schema di rilascio in orbita del carico, ovvero la vela solare e 24satelliti della missione STP-2 Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, di cui quattro della Nasa, da liberare in tre orbite distinte.
Al momento LightSail 2 è nascosta in una scatola speciale chiamata Prox-1, costruita dagli studenti del GeorgiaTech, rilasciata in orbita un’ora e 20 minuti dal lancio. Prox-1 ospiterà la vela solare per una settimana, fino al 2 luglio, quando la vela comincerà il suo viaggio da sola. A quel punto il veicolo aprirà i quattro pannelli solari.
SpaceX ha ottenuto il via libera di FCC (Federal Communications Commission) a spedire in orbita 4.425 satelliti per consentire la diffusione della connettività su tutto il pianeta. E anche se il cronoprogramma è già scritto e pronto e prevede che tra il 2019 e il 2024 il network sarà posizionato tra i 1.149 e i 1.324 chilometri di altezza, restano alcune incertezze. Sono quelle legate alla possibile interferenza con i radiotelescopi, alla necessità di rimuovere eventuali detriti spaziali, alla condivisione degli spazi con gli altri servizi simili, come OneWeb, Telesat e Space Norway.