Una città autosufficiente, costruita interamente con la plastica raccolta nelle acque degli oceani. Spinta dalle correnti e dunque in continuo movimento con acqua riciclata in sistemi chiusi, cibo coltivato in serre idroponiche verticali ed energia prodotta dalle maree. E soprattutto ad abitarla sarebbero i migranti in cerca di un posto sicuro dove vivere. Questo scenario distopico ha vinto il concorso LA+IMAGINATION proposto da LA+ Journal dell’Università della Pennsylvania. La sfida lanciata è stata quella di immaginare un luogo completamente nuovo, un’isola con proprie regole, storie, caratteri, funzioni e forme. E il progetto United Plastic Nation degli architetti Noel Schardt e Bjoern Muendner ha raccolto consensi su consensi.
Verrebbero così raggiunti tanti obiettivi: la pulizia delle acque del mondo, la creazione di luogo sicuro per i migranti, la scommessa del riciclo e la fiducia nella nascita di un mondo migliore.