Andare alla ricerca di mascherine in tempo di coronavirus è una vera impresa? In molti guardano con attenzione e un po’ di invidia ai modelli esteri? In prima battuta occorre osservare che non tutti i sistemi tecnologici applicati in Corea possono essere introdotti al di fuori dei Paesi di provenienza. Tuttavia alcune idee appaiono interessanti, come i Drive-Thru ovvero le postazioni che offrono test alle persone in auto. Ma anche le informazioni sulla disponibilità di mascherine protettive, il cui utilizzo continuerà a essere necessario ancora per molti mesi.

Un’app per verificare la disponibilità di mascherine

Tra le più interessanti ci sono le app che rilevano in tempo reale il livello di stock di mascherine presso i rivenditori pubblici. Le quantità disponibili sono identificate attraverso i colori: verde per ampia disponibilità e a scalare giallo, rosso e grigio se sono esaurite.

Portali e app private si riferiscono a database curate dal governo, che ha coordinato la distribuzione privilegiando le aree a maggior rischio. Da segnalare che il governo sudcoreano ha garantito due mascherine a settimana per persona, da ritirare in giorni della settimana distinti a seconda della data di nascita così da evitare assembramenti e accaparramenti.

Il tutto mentre è in dirittura d’arrivo Immuni, l’app di tracciamento per individuare persone potenzialmente infette dal coronavirus prima che emergano i sintomi. Per scelta di Consiglio e Commissione europei, l’uso sarà volontario ovvero il governo non può imporre alcun utilizzo. Per essere efficace, si valuta che il sistema debba essere utilizzato dal 60% della popolazione.

Permetterà di conoscere con tempestività un rischio infezione prima che si manifestino i sintomi, e di intervenire. Il server centrale, con un algoritmo, avviserà grazie all’app chi è entrato in contatto con un utente contagiato. Il Gps degli smartphone potrà servire, anch’esso in maniera completamente anonima, per individuare luoghi pubblici da sanificare.

Per quanto riguarda la questione altrettanto importante della privacy, spesso decisiva per bloccare numerose iniziative, attraverso il Bluetooth, due o più utilizzatori dell’app vicini tra loro generano in modo casuale, e si scambiano, altrettanti codici criptati che permetteranno poi di inviare una notifica nel momento in cui si dovesse rendere necessario.

Ma l’app Immuni non è associata a numero di telefono, nome, indirizzo o codice fiscale. Della persona non sa nulla. Oltre al Bluetooth, potrà sfruttare – ma ciò avverrà solo se sarà presa una decisione politica – il localizzatore Gps.

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