I fatti sono questi: i vari operatori Tim, Fastweb, Vodafone, Wind e 3 Italia sono costretti a tornare alle bollette mensili ovvero ad abbandonare le tariffe a 28 giorni che significava incassare 13 mensilità annue anziché 12 per via del rosicchiamento di 2-3 giorni al mese per un anno. Lo impone la legge e da quella non si scappa. Tutto risolto dunque? Nient’affatto perché a quella tredicesima bolletta non rinunciano (si tratta di un surplus di incassi pari all’8,6%) e per farlo lasciano invariato il costo annuale a carico degli utenti. Insomma, le bollette da 13 diventano 12, ma la spesa totale in un anno non diminuisce. Uno scenario di questo tipo era stato ampiamente messo in conto e la stessa Agcom ha spiegato come l’importante sia la chiarezza delle proposte e non la variazione dei prezzi. La fotografia delle tempistiche è la seguente:
- Tim. L’ex monopolista torna alle tariffe mensile e non più a 28 giorni dal primo aprile. Offre gratuitamente più giga e più servizi.
- Fastweb. In questo caso le scadenze sono il 26 marzo per le offerte mobili ricaricabili e il 5 aprile per le fisse e mobile in abbonamento.
- Vodafone. Per la filiale italiana del gigante globale l’appuntamento con le nuove bollette mensili è fissato al 25 marzo.
- Wind. Il marchio passa al nuovo regime dal 5 aprile. Non ha ancora deciso se e quali variazioni tariffarie ci saranno.
- 3 Italia. La variazione è stata annunciata il 24 marzo. Anche nel suo caso la decisione sul quantum è sospesa.
Dinanzi alle contestazioni mosse da utenti e associazioni dei consumatori, la posizione dei gestori telefonici è chiara: Tim fa presente come la situazione che si prospetta non sia affatto negativa perché con il nuovo regime fornirà gratis più GB per navigare sul web e un maggior numero di servizi. Fastweb non si scompone e fa presente come le sue offerte siano concorrenziali. Vodafone richiama le ragioni per cui Agcom ha sollevato il problema: non si tratta di un problema di tariffe ma di trasparenza. Wind farà sapere a breve quali strategie intende adottare.
Tutti loro fanno sapere che i clienti interessati riceveranno una comunicazione in fattura e possono recedere dal contratto o passare ad altro operatore senza penali entro 30 giorni dalla ricezione della comunicazione, specificando come causale del recesso “modifica delle condizioni contrattuali”. Il diritto di recesso può essere esercitato gratuitamente inviando una messaggio di posta elettronica agli indirizzi di posta elettronica indicati dagli operatori o una raccomandata andata e ritorno ai rispettivi servizio clienti.